Un genio assoluto del teatro, un simbolo dell’essere napoletano. Una risorsa civile che ha saputo parlare al cuore degli spettatori raccontando storie. Oggi ricorrono i 120 anni dalla nascita di Eduardo De Filippo, uno dei più importanti artisti italiani del Novecento che tuttora resta tra gli autori teatrali più famosi e apprezzati della storia e non solo nei confini italiani. Una grande mente, un visionario, in grado di far fare un salto di qualità al teatro dialettale riuscendo in ogni caso a far apprezzare le sue opere anche fuori da Napoli forse toccando vette di qualità mai più raggiunte. Figlio naturale di Eduardo Scarpetta, De Filippo fin da piccolo diventa un tutt’uno col teatro. Lavora nella compagnia del fratellastro Vincenzo prima, divenendone in taluni casi pure direttore artistico.
Quindi c’è l’esperienza con la compagnia del Teatro Umoristico “I De Filippo” assieme ai fratelli. Tra cui Peppino, coppia magica per un binomio artistico fantastico che si interrompe a metà degli anni Quaranta: una rottura discussa che verrà risanata negli ultimi anni di vita di Peppino, che morì nel 1980. Eduardo De Filippo ha firmato tantissime commedie, capolavori come “Natale in casa Cupiello”, “Non ti pago” del 1940, “La fortuna con l’effe maiuscola”, “Napoli milionaria!”, “Questi fantasmi”. E ancora: “Filumena Marturano”, “Sabato, domenica e lunedì”, “Il sindaco del rione Sanità” e “Gli esami non finiscono mai”. Tante commedie portate anche sul piccolo schermo. De Filippo è immortale, dura alle mode, rimane una figura teatrale superlativa. Sul palco simpatico, aperto, spontaneo. Nel privato una persona molto autoritaria e severa. Per qualcuno, “un dittatore del palcoscenico”. Un po’ come lo descrisse Regina Bianchi – interprete di “Filumena Marturano”. Due lauree Honoris causa e nominato senatore a vita (fu nel gruppo Sinistra indipendente) nel 1981 da parte del presidente della Repubblica Sandro Pertini, De Filippo tutt’oggi rimane un esempio di cultura inarrivabile.