• Metropolis
  • Contatti
  • Redazione
  • Metropolis
  • Contatti
  • Redazione
Metropolisweb
  • Home
  • Giornale
  • Radio
  • Rubriche
  • Young
  • Login
  • Home
  • Giornale
  • Radio
  • Rubriche
  • Young
  • Login
«Non respiro». L’ipocrisia dei sordi
AGORÀ DI METROPOLIS
2 giugno 2020
«Non respiro». L’ipocrisia dei sordi
Raffaele Schettino

Raffaele Schettino

Quelle parole a malapena pronunciate da George tra la terra intrisa di ingiustizie e la morsa della prepotenza non potevano che accendere la rivoluzione dall’altra parte del mondo, e ovviamente non potevano che innescare l’indignazione da quest’altra parte del globo. Quel «Non respiro» ha incarnato all’improvviso la nostra terribile sensazione di oppressione, ha scatenato la nostra rabbia. Ci ha spalancato gli occhi. Succede così dalla notte dei tempi: l’uomo ha bisogno di una scintilla per scuotersi. Magari una frase, una tragedia, un torto indicibile, un’immagine insopportabile, appunto. Come quella di George che muore. Poi, lentamente, il fuoco della protesta si spegne, la mente si riabitua alla realtà e si torna refrattari. Alla fine, l’unica cosa che si muove è sempre e solo l’asticella del «possibile», e ogni volta scatta pericolosamente in avanti. La morte di George Floyd, l’afroamericano di Minneapolis soffocato dal poliziotto in ginocchio su di lui dopo averlo ammanettato, è stata quell’immagine devastante che ci ha colpito forte nello stomaco. Oggi fa male da impazzire, ma prima o poi, purtroppo, la dimenticheremo, così come abbiamo dimenticato tantissime altre, compresa quella di Aylan, il bambino siriano con la maglietta rossa a testa in giù sulla spiaggia. Nel frattempo, i migranti continuano a morire e in futuro gli uomini continueranno a patire le violenze più atroci per mano di altri uomini. Noi, intanto avremo già voltato pagina. L’indifferenza avrà spento i roghi della contestazione e avrà soffocato anch’essa un altro vagito di un progresso culturale che non diventa mai adulto. Torneremo ipocriti sordi. E del resto, a pensarci bene, «Non respiro» è un urlo di oppressione che abbiamo sentito già migliaia di volte, e che migliaia di volte abbiamo già dimenticato o, peggio ancora, ignorato.

Le stesse parole a malapena pronunciate da George poco prima che sopraggiungesse la morte, per esempio, le ha urlate Nicholas che a Gragnano è venuto su tra esempi sbagliati e miti malati. Aveva 17 anni ed è morto dopo aver perso quattro litri di sangue per una coltellata. Nicholas era nostro figlio eppure abbiamo lasciato che si perdesse nel labirinto dell’illegalità, che emulasse gli idoli delle fiction, solo che mentre in Gomorra i ragazzi col petto sventrato dal piombo si rialzano e tornano alla vita, nelle realtà della nostra provincia, dove la cultura latita, lo Stato abdica alla sua funzione, la scuola fallisce e noi continuiamo a girarci dall’altra parte, i ragazzi restano stesi sull’asfalto, senza vita. Anche Nicholas urlava invano, e nessuno di noi gli ha insegnato quanto straordinaria potesse essere la vita.

E invano urlano ogni giorno centinaia di famiglie ostaggio della camorra in un territorio in cui vivere può pure diventare un lusso. Pur di non chiudere bottega, o drammaticamente pur di curarsi o sfamare i propri figli, c’è chi s’abbandona nelle braccia del crimine, che all’inizio ha il volto del benefattore e pian piano assume i tratti disgustosi del boia. Urlano «Non respiro» anche le donne massacrate di botte, i diversi ghettizzati, gli anziani soli, i poveri emarginati, i disoccupati umiliati, i bambini con l’infanzia rubata, i medici aggrediti in corsia, i professori minacciati in classe, gli imprenditori taglieggiati.

Urla «Non respiro» la nostra terra, violentata dai veleni e soffocata dal cemento. Che frana. Che muore. E noi restiamo immobili. Noi siamno sordi. Noi non ci indigniamo. Non accendiamo roghi. Non trasciniamo in strada la nostra rabbia. Perché un conto sono i commenti e i like che postiamo comodamente seduti sul divano di casa, un altro conto sono le battaglie da condurre in carne ed ossa. Cioè, una cosa è l’ipocrisia, un’altra è il coraggio.

Lite tra motociclisti finisce a coltellate a Portici: ferito 18enne
CRONACA
Lite tra motociclisti finisce a coltellate a Portici: ferito 18enne
metropolisweb 
4 febbraio 2023
Portici. Una lite tra giovani per motivi di viabilità è sfociata in un'aggressione: ne ha fatto le spese un 18enne di Portici ferito all'addome con un...
this is a test
Spacciavano dei domiciliari, arrestati padre e figlio a Poggiomarino
CRONACA
Spacciavano dei domiciliari, arrestati padre e figlio a Poggiomarino
metropolisweb 
4 febbraio 2023
Poggiomarino. Blitz anti-droga a Poggiomarino con i carabinieri della locale stazione che stanotte hanno perquisito l’abitazione del 57enne Pietro Pal...
this is a test
Si finge funzionario della Dia per estorcere 30.000 € a un architetto
CRONACA
Si finge funzionario della Dia per estorcere 30.000 € a un architetto
metropolisweb 
4 febbraio 2023
Giugliano. Si spaccia per un funzionario della Dia di Napoli e tenta di estorcere 30mila euro a un architetto riferendogli di poter "addomesticare" la...
this is a test
Castellammare. Bancarotta Terme, chiesto il processo per l’ex sindaco e 10 manager
CRONACA
Castellammare. Bancarotta Terme, chiesto il processo per l’ex sindaco e 10 manager
Tiziano Valle 
4 febbraio 2023
Bancarotta fraudolenta della Terme di Stabia spa, la Procura ha chiesto il processo per l’ex sindaco di Castellammare Luigi Bobbio e altri dieci tra m...