Torre del Greco. Se un cittadino viene sorpreso a gettare l’immondizia fuori orario o fuori posto viene, giustamente, multato all’istante. Se, invece, la ditta Buttol – vincitrice dalla gara da 60 milioni di euro per garantire i servizi di igiene urbana a Torre del Greco – non raccoglie la spazzatura regolarmente depositata in strada, scatta la «semplice» contestazione del direttore esecutivo del contratto. Solitamente a cavallo tra le 13 e le 14. Poi il colosso ambientale con sede legale a Sarno può correre ai ripari – attraverso il riassetto del territorio – entro le 18, senza incorrere in alcuna penale. Quindi i cumuli di sacchetti possono restare «in bella mostra» fino a 23 ore di fila senza conseguenze economiche, ma «solo» igienico-sanitarie. Tutto «autorizzato» dal capitolato d’appalto promosso dall’amministrazione comunale targata Giovanni Palomba.
L’affondo dell’assessore I due pesi e le due misure applicate in materia di Nu sono emerse durante l’audizione dell’assessore «part-time» Raffaele Arvonio – il presidente del consiglio comunale di Cicciano portato all’ombra del Vesuvio da Carmela Pomposo su indicazione di Salvatore Antifono – davanti alla commissione speciale d’inchiesta presieduta dall’ex sindaco Valerio Ciavolino. Davanti alle domande del grillino Vincenzo Salerno sulle inadempienze eventualmente contestate dal Comune alla ditta Buttol, il delegato all’ambiente ha spiegato: «Ogni giorno vengono fatte le contestazioni più o meno tra le 13 e le 14 – le parole messe a verbale e destinate a essere discusse in consiglio comunale il prossimo 11 giugno -. Su quelle contestazioni, la ditta fa il ritiro nelle zone interessate. Alle 18 c’è un contraddittorio. Se le non conformità vengono tolte, in pratica non si applica la penale. Se non viene risolta la problematica, si applicano le penali». In pratica, a 23 ore dal deposito dei sacchetti: un vero e proprio scempio «autorizzato» dal Comune». Particolarmente delicata la situazione il lunedì, quando cumuli di umido e multimateriale restano abbandonati in strada. Senza essere poi raccolti «perché il riassetto non previsto il lunedì mattina», come sottolinea l’assessore in carica dallo scorso 7 ottobre. Ovvero, a una settimana di distanza dallo start-up del servizio porta a porta. «Dal 4 maggio – puntualizza il delegato all’ambiente – i riassetti sono ritornati a quelli previsti dal capitolato d’appalto: due giorni su sette, a parte quelli speciali in alcune zone».
Il giallo del sub-appalto
Neanche l’assessore all’ambiente – così come accaduto al direttore generale della Buttol, Luca Di Monte – ha saputo fornire alla commissione speciale d’inchiesta elementi utili a risalire alla ditta a cui è stato dato in sub-appalto o in convenzione l’incarico di gestire il segmento di abiti usati. Un vero e proprio mistero, capace di allungare – alla luce dei legami di alcuni politici di palazzo Baronale con ditte specializzate in raccolta di abiti usati – ulteriori ombre su un settore storicamente al centro di polemiche e malumori.
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