Né il sindaco di Napoli né il governatore della Campania ci stanno ad incassare le critiche. E così, ognuno a modo suo, Luigi de Magistris e Vincenzo De Luca, rispondono a chi ha puntato il dito contro i festeggiamenti in piazza dei tifosi del Napoli dopo la vittoria della Coppa Italia ‘colpevoli’ di aver violato le norme anti Covid. E se il primo cittadino si tira fuori dal “clima di ipocrisia”, De Luca va dritto e attacca a muso duro il leader della Lega, Matteo Salvini, che all’indomani della folla in piazza aveva chiesto conto degli assembramenti proprio al governatore. “Non mi associo alla sagra dell’ipocrisia.
Quella fotografia era assolutamente ipotizzabile che accadesse perché solo chi non conosce il calcio poteva immaginare che dopo una vittoria del Napoli contro la Juventus, le persone sarebbero rimaste a casa”, la posizione di Luigi de Magistris. Che aggiunge: “Se il Governo pensava che ciò potesse accadere, ed era assolutamente prevedibile, allora non doveva consentire la ripresa del campionato e della Coppa”. Sul fronte De Luca, invece, scatta la guerra con il leader della Lega, mai nominato ma accusato durante i circa 40 minuti di diretta Facebook, di essere cafone, tre volte somaro, razzista e uomo di Neanderthal.
Il governatore ne parla come di un “somaro politico che ha ripreso a ragliare”. “Mi riferisco – dice – ad alcuni commenti fatti dopo la festa dei tifosi del Napoli che hanno portato alla luce una propensione sotterranea allo sciacallaggio, perfino al razzismo nei confronti di Napoli, la Campania e del sud che sembra difficile da estirpare”. Poi, l’affondo. “Credo che quel cafone politico abbia dimostrato di essere tre volte somaro – sottolinea – primo perché se uno organizza il 2 giugno, a Roma, con la vispa Teresa, una manifestazione in violazione di tutte le norme anti assembramenti, e non è un giovane tifoso ma segretario di un partito, n on può permettersi di aprire bocca.
Secondo motivo di ‘ciucciaria’: si fa un assembramento notturno e l’equino domanda al governatore: che dici? È giusto il caso di ricordare a questo somaro che l’obbligo di garantire il rispetto delle norme nazionali riguarda il ministero dell’Interno ed il prefetto, il presidente della Regione non c’entra niente”. Infine “siamo di fronte ad atti di volgare sciacallaggio perché se avessimo adottato lo stesso criterio avremmo dovuto dire parole di fuoco nei confronti di altre realtà del nord, di altri sistemi sanitari nei quali si sono registrati morti a migliaia. Ma a differenza del Neanderthal siamo persone civili a ribadiamo la nostra solidarietà”. Pronta la replica di Salvini: “Invece di insultare me o di mancare di rispetto perfino ai morti per virus, il signor De Luca riapra i troppi ospedali che ha chiuso in questi anni, i cittadini lo pagano per questo”. Il governatore, aggiunge, “è un poveretto che va aiutato”.