Con il coronavirus ormai quasi alle spalle, ora a spaventare le famiglie italiane non è un’eventuale nuova pandemia ma la crisi economica. A rivelarlo è un sondaggio condotto da Rcs Sfera Mediagroup e Forum delle Associazioni Familiari condotto lo scorso giugno su un campione rappresentativo di 1.344 famiglie. Stando ai dati, infatti, in cima alle paure degli italiani c’è il rischio del fallimento di aziende e settori, seguito dall’aumento della povertà e del divario tra ricchi e poveri. Seguono il timore per l’insostenibilità del debito pubblico e il rischio di tensioni sociali. Solo al sesto posto l’eventuale ritorno di un’emergenza sanitaria.
La ricerca evidenzia, poi, che 6 famiglie su 10 chiedono con urgenza l’assegno unico-universale per figlio. Mamme e papà fanno un appello a Governo e Parlamento affinché trasformino la proposta in realtà già adesso, nel passaggio tra l’emergenza pandemica da Covid-19 e l’auspicato ritorno alla normalità. “Lo spezzettamento dei contributi in bonus, incentivi, mancette – ha detto il presidente del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo – non ha colto il gradimento delle famiglie. Mamme e papà vogliono qualcosa di diverso: più semplice, immediato, chiaro e facile da ottenere. È importante che il Governo, in vista della legge di Bilancio e del Recovery Fund, dia un segnale forte in tal senso”.
La richiesta si traduce anche in una sostanziale bocciatura delle misure messe in atto dal governo. Solo il 10% si è detto soddisfatto delle soluzioni previste per il riavvio dell’anno scolastico, appena il 25% dell’estensione dei congedi parentali. E ancora: un italiano su 5 è contento del bonus per gli autonomi mentre uno su due non lo è affatto. A sorpresa, poi, il sondaggio ha evidenziato che il lockdown prolungato e le restrizioni legate alla pandemia hanno rafforzato e migliorato, nella stragrande maggioranza dei casi, le relazioni di coppia e il rapporto tra genitori e figli, con una forte aspettativa di miglioramento dell’armonia familiare anche per il prossimo futuro. In questo senso, la convivenza forzata ha inciso positivamente sulla coppia per il 31% del campione e non ha inciso per il 56%: dunque, l’87% degli intervistati ha registrato dati confortanti a livello di relazioni coniugali durante e subito dopo la quarantena.
“L’obiettivo della nostra ricerca – ha concluso Chiara Bidoli, direttore testate infanzia di RCS MediaGroup – era dare voce ai loro bisogni, alle loro idee, partendo dalla convinzione che le famiglie sono il motore della società e che da loro dobbiamo ripartire per disegnare il futuro del nostro Paese”.