Da quel terrificante incidente stradale Andrea non s’è mai ripreso, dal letto di una struttura ospedaliera del beneventano ha lottato come un leone. Pur senza mai muovere un dito. Un calvario lungo otto mesi. Tremendi e silenziosi, carichi di angosce e speranze. Un incubo terminato qualche giorno fa, quando i camici bianchi dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Maugeri di Telese Terme hanno comunicato ai familiari del 41enne di San Giuseppe Vesuviano il sopravvenuto decesso. «Non ce l’ha fatta». Nella città vesuviana tutti conoscevano Andrea Alfano, 41 anni e padre di un bimbo piccolo. Tant’è che ieri mattina, pur con gli ingressi contingentati secondo quanto previsto dai protocolli per il rispetto del distanziamento sociale, in tanti erano ai funerali celebrati all’interno del Santuario di piazza Garibaldi. Sul feretro la carezza della compagna Nunzia, mentre una nenia ha scortato il 41enne nel suo ultimo viaggio. «Proteggi il piccolo Francesco, hai dato tanto per tuo figlio. Hai vissuto in simbiosi con lui, ora tienigli la mano dal cielo», dall’altare le lacrime dei parenti dell’uomo. Una storia tremenda e un ricovero tribolato hanno tenuto per otto mesi i parenti di Andrea Alfano con il fiato sospeso. Speravano in un miracolo che non è mai arrivato. L’inizio della fine in una fredda sera di inizio novembre, lungo l’autostrada Napoli-Salerno, nei pressi dello svincolo di Torre Annunziata sud. Sono da poco passate le 21 quando la vettura su cui viaggiava il 41enne viene travolta da un’altra auto. Una carambola di lamiere in cui resta coinvolto Andrea, l’unico a pagare il prezzo più alto del terribile schianto. Mentre gli uomini della polizia stradale chiudono l’arteria per ore per ricostruire la dinamica dell’impatto e soccorrere gli altri feriti, il 41enne viene immediatamente caricato in ambulanza. Viene ricoverato in gravi condizioni, da quello spaventoso incidente non si riprenderà mai più. Neanche i medici dell’istituto sanitario di Telese Terme, nel beneventano, sono riusciti nell’impresa di risvegliarlo. Da novembre a oggi sono passati oltre duecento giorni. Otto mesi in cui la speranza di rivederlo in strada, a San Giuseppe Vesuviano, non è mai passata. Fino a quando Andrea Alfano non s’è arreso. Ha lottato a lungo per riprendersi la sua vita, ma non ce l’ha fatta. Ha resistito, poi le condizioni di salute si sono complicate e i medici non hanno potuto far altro che accertarne il decesso. Ieri mattina i funerali, il ritorno per l’ultima volta nella sua San Giuseppe Vesuviano. Dove lo hanno accolto gli amici di sempre e i parenti. Il padre Francesco e la moglie Rosaria, la compagna Nunzia. E i suoi inseparabili fratelli Felice e Fabio. Tra lacrime e mascherine gli affetti più cari di quel giovane papà di 41 anni non potevano mancare. «La nostra vita è come quella dei chicchi di grano. Anche quella di Andrea è stata così. Come un chicco, ma dietro di sè ha lasciato tanto», ha detto il parroco dall’altare durante i funerali. «Il fatto che oggi (ieri per chi legge, ndr) ci siano tante persone è un segnale importante, vuol dire che ha lasciato qualcosa in tutti noi». Ma il messaggio più bello è quello letto dalla compagna, Nunzia. Rivolto al piccolo Francesco, il figlio di Andrea. «Non gli farò mancare nulla. Come hai fatto tu per tutto questo tempo».
Paesi Vesuviani
9 luglio 2020
San Giuseppe Vesuviano. Andrea s’è arreso dopo otto mesi di calvario