Torre del Greco. A due settimane dal terzo anniversario del «grande incendio» sul Vesuvio, tornano i roghi e il fuoco lungo i sentieri e le pinete a quattro passi dal parco nazionale. Il primo campanello d’allarme dell’estate 2020 è suonato in via Ruggiero, strada della zona pedemontana di Torre del Greco già in passato focolaio di terribili e pericolosi incendi: l’allarme è scattato intorno alle 15, quando una nube nera ha inghiottito l’intera zona. A chiedere l’intervento dei pompieri alcuni abitanti della zona, le cui case erano pericolosamente «minacciate» dalle fiamme. Un incubo già vissuto in passato e tornato prepotentemente d’attualità con l’arrivo dei primi caldi.
Immediata è scattata la richiesta d’aiuto ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine del territorio: in pochi istanti, i caschi rossi sono intervenuti sul posto e hanno iniziato a domare le fiamme capaci di distruggere in pochi minuti decine di alberi e diversi ettari di macchia mediterranea.Sul posto sono arrivati, inoltre, gli agenti di polizia del commissariato di via Sedivola guidati dal primo dirigente Antonietta Andria e i vigili urbani e la protezione civile. Tutti impegnati a circoscrivere il rogo e a mettere al sicuro i residenti del posto. Secondo una prima ricostruzione dei fatti da parte degli investigatori, l’incendio sarebbe divampato per cause naturali. Ovvero, al seguito del disboscamento dell’area, la vegetazione rimasta al suolo ha improvvisamente iniziato a bruciare e in pochi attimi le fiamme e il fumo hanno inghiottito via Ruggero. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito e nessuno ha dovuto lasciare la propria abitazione per mettersi al riparo. Uno scenario possibile anche grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco e degli uomini in divisa che hanno prontamente delimitato la zona interessata dall’incendio.In tutto le operazioni di spegnimento sono durate circa tre lunghe ore.
A causare il fuoco sarebbe appunto l’alta temperatura e la vegetazione rimasta al suolo dopo l’operazione di bonifica. Fortunatamente in questo caso è andato tutto per il verso giusto, ma le immagini delle fiamme hanno riportano alla memoria la lunghissima escalation di fuoco del 2017 quando circa il 50% della vegetazione del Vesuvio è andata letteralmente in fumo.
«Si è trattato di un piccolo incendio – getta acqua sul fuoco Agostino Casillo, presidente dell’ente parco – perlopiù di sterpaglie. I carabinieri forestali del reparto parco nazionale del Vesuvio stanno già indagando per individuare il punto di innesco e eventuali responsabilità. Pare che il fuoco sia partito a ridosso di alcune abitazioni e che il fondo interessato sia privato. Se qualcuno non ha rispettato le norme e le prescrizioni relative all’antincendio deve essere perseguito e punito».
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