Torre del Greco. Rivolta per il trasbordo dei rifiuti in viale Europa, arriva il dietrofront del Comune: in «salvo» il fondo agricolo destinato a ospitare, un giorno, la Citta della dello Sport. A 48 ore dalle tensioni registrate a Leopardi – sfociate in un’aggressione a un tecnico dell’ente di largo Plebiscito incaricato di coordinare i lavori di adeguamento della zona – arriva la frenata da palazzo Baronale: «In effetti, il trasbordo dei rifiuti non può essere effettuato in un fondo agricolo – la presa di coscienza in municipio -. Non ci saranno ulteriori interventi in viale Europa».
Ma il «problema» innescato dal sequestro dell’area a ridosso dell’ex ecopunto di viale Sardegna – indagati dalla procura di Torre Annunziata i vertici della ditta Buttol, il generale dei carabinieri Franco Mottola e il direttore generale Luca Di Monte – resta e rischia di scatenare ulteriori polemiche all’ombra del Vesuvio. Perché il sindaco Giovanni Palomba – insieme alla dirigente del settore ambiente, la geologa Claudia Sacco – porta avanti la tesi del trasbordo «porta a porta» avviati all’indomani dell’ennesimo blitz dei Noe in viale Sardegna.
Otto le aree – in prevalenza in periferia – individuate dall’amministrazione comunale per il «travaso dei sacchetti»: via Sant’Elena – a ridosso del casello autostradale e a due passi dal cantiere della bretella di collegamento con via Nazionale, praticamente fermo da un anno – via Lava Troia, il parcheggio di via Litoranea, il parcheggio del complesso La Salle, viale del Commercio, via Cavallo, via delle Industrie e via Leopardi. Neanche i disordini registrati proprio in via Leopardi la scorsa settimana sembrano avere convinto il primo cittadino & company a valutare ipotesi alternative: «Il trasbordo è espressamente consentito dalla legge», la difesa a oltranza del sindaco.
Eppure, il capitolato della gara da 50 milioni di euro aggiudicata all’unica concorrente in lizza, all’articolo 34 – relativo alla descrizione dei servizi oggetto dell’appalto – parla chiaro: «E’ consentito il trasbordo veicolare a condizione che lo stesso avvenga in zone periferiche non residenziali e nel rispetto delle norme dettate dal codice della strada». Non propriamente le condizioni in cui, fino a oggi, sono stati costretti a operare i netturbini della ditta Buttol. E le stesse zone individuate dal Comune – a partire dal parcheggio di via Litoranea per finire a via Lava Troia, passando per via Cavallo – non sembrano propriamente «non residenziali».
Ma, evidentemente, sia il sindaco Giovanni Palomba sia la dirigente all’ambiente Claudia Sacco avranno tralasciato di (ri)leggere il capitolato d’appalto prima varato e poi «dimenticato» dal Comune.
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