Torre del Greco. Prima le elezioni regionali e il referendum, poi l’incontro al Mes. è il «contratto» stretto tra gli esponenti locali del M5S e il gruppo di irriducibili grillini presente tra gli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione. Un déjà-vu all’ombra del Vesuvio, dove il dramma di 13.000 famiglie tradite dagli armatori-vampiri è stato trasformato nel cavallo di battaglia cavalcato dai pentastellati della città del corallo alla vigilia di ogni corsa alle urne. Così – a pochi giorni dalla «passerella» in Litoranea dell’onorevole Luigi Gallo in vista delle Regionali del 20 e 21 settembre – arriva la risposta alla pressante richiesta delle vittime della «Parmalat del mare» di un nuovo incontro con l’onorevole Alessio Villarosa, sottosegretario del ministero dell’economia e dello sviluppo economico: «Il consigliere comunale Vincenzo Salerno ha comunicato che l’incontro è stato fissato per il prossimo 6 ottobre. La conferma definitiva arriverà a breve», il trionfale annuncio social dei risparmiatori «accecati» dalle 5 stelle. Il 6 ottobre, a distanza di due settimane dal voto. Per alcuni, una casualità. Per la maggioranza degli ex obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione una precisa strategia politica. Due differenti visioni destinate a incrinare ulteriormente i rapporti tra le varie fazioni dei truffati dagli armatori-vampiri.
Il precedente
Eppure, la «storia» del calvario legato all’ex colosso economico di via Tironi resta sotto gli occhi di tutti. Così come le promesse-flop dei grillini, gli unici a dimostrare «interesse» per il dramma dei risparmiatori travolti dal fallimento da 800 milioni di euro. Interesse a parole, perché in concreto – fino a oggi – i risultati portati a casa degli obbligazionisti sono pari a zero. D’altronde, tra gli irriducibili aficionados del M5S c’è pure chi è già stato beffato dai pentastellati. Basti pensare al caso di Giovanni Aurilia, risparmiatore sempre in prima linea per recuperare il «tesoretto» sottratto dagli armatori-vampiri a un’intera città. Nel 2018 doveva essere candidato con la lista del M5S per un posto in consiglio comunale, ma poi il suo nome venne bocciato in extremis. «Mi hanno giocato – l’amara riflessione all’epoca -. Mi era stato detto già in principio della regola legata alla residenza nel Comune al voto e mi era stato chiesto di cambiare domicilio. Per motivi di lavoro non mi potevo prestare al trucchetto, perciò chiesi la possibilità di una deroga». Una richiesta effettuata a gennaio – all’epoca in cui Luigi Sanguigno, candidato sindaco del M5S, recuperava la sua residenza a Torre del Greco dopo 10 anni trascorsi a Napoli – e rimasta in sospeso per tre mesi, fino alla bocciatura ufficiale arrivata dai «cervelloni» di Milano. «Evidentemente l’onorevole Luigi Gallo non deve avere grande peso politico – sottolinea Giovanni Aurilia -. Non volevo calpestare le regole, solo avere una risposta in tempi brevi. Così mi hanno tarpato le ali». Parole pesanti come macigni, dimenticate a distanza di due anni. Perché chi è stato così ingenuo da credere agli armatori-vampiri, evidentemente, può (ancora) credere perfino ai grillini.
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