Torre del Greco. C’è anche Michele Langella, consigliere comunale a Torre del Greco e candidato con «Più Campania in Europa» a sostegno di Vincenzo De Luca, all’interno della lista nera della commissione parlamentare antimafia. Imputato a Torre Annunziata con l’accusa di riciclaggio è stato bollato con il marchio di impresentabile a 2 giorni dalla corsa alle urne. Eppure la sua vicenda giudiziaria risale a sette anni fa e il via al processo – fino a oggi fermo al palo – venne dato nel 2019: «Dimostrerò la mia innocenza nelle sedi opportune, in questa vicenda sono parte lesa – si difende il paladino del quartiere Litoranea -. Mi sono ritrovato imputato solo per avere aiutato un amico».
La vicenda – secondo la ricostruzione del politico, assistito dall’avvocato Giovanni Tortora – ruota intorno a un versamento da tremila euro su una PostePay intestata a Michele Langella. La somma sarebbe stata vinta on-line da un amico del candidato al consiglio regionale che poi avrebbe chiesto al politico di accreditare la sommo sul suo conto per mancanza di un proprio strumento finanziario. «Completamente in buona fede – racconta oggi il paladino del quartiere Litoranea – dissi sì alla richiesta, salvo poi essere improvvisamente coinvolto in questa vicenda giudiziaria».
Un guaio tenuto nascosto perfino al sindaco Giovanni Palomba, leader di una coalizione già costretta a dire addio a Stefano Abilitato – arrestato e condannato per voto di scambio alle elezioni comunali del 2018 – e a rinunciare a lungo a Ciro Piccirillo, consigliere comunale a processo per favoreggiamento e rivelazione di segreto istruttorio. «Cado dalle nuvole – conferma il primo cittadino di Torre del Greco -. Ho appreso la notizia dalla stampa, mi pare di capire non avrà ripercussioni sull’amministrazione comunale».