Torre del Greco. Mentre a livello nazionale il Sì al referendum per il taglio dei parlamentari si attesta intorno al 70%, in provincia di Napoli si trasforma in un plebiscito e – in alcuni casi – sfonda il muro dell’80%. Succede, in particolare, in tutte le città in cui i beneficiari del reddito di cittadinanza – il bonus regalato dal M5S all’esercito di poveri e disoccupati, veri o presunti come dimostra il recente scandalo della famiglie degli assassini di Willy a Colleferro – a partire da Torre del Greco.
La quarta città della Campania, diventata simbolo della malapolitica per l’arresto di un sindaco nel 2017 e lo scandalo delle «elezioni da 20 euro» nel 2018, ha pienamente sposato la causa dei grillino: il sì ha superato quota 81%. Stesso risultato nell’Ercolano del renzianissimo Ciro Buonajuto, dove il tasso di disoccupazione – in particolare giovanile – supera il 60%.
Ma in cima alla classifica dei sì troviamo Torre Annunziata, con un eloquente 83%. Insomma, la crociata per il taglio dei parlamentari ha convinto gli elettori dell’area vesuviana. Pronti a «tagliare» i parlamentari, ma non a pretendere rappresentanti locali in grado di rilanciare un’economia evidentemente appesa all’elemosina del reddito di cittadinanza voluto dal M5S per cancellare la povertà.