Ercolano. Dalla mozione di sfiducia presentata a fine maggio e ritirata in meno di 48 ore a un «posto al sole» all’interno della squadra di governo cittadino guidata dal sindaco Ciro Buonajuto. E’ paradossale il nuovo scenario politico all’ombra degli Scavi, dove la «vera opposizione» al baby Renzi del Vesuviano potrebbe sedere direttamente tra i banchi della maggioranza: a meno di quattro mesi dal golpe miseramente fallito dopo l’ordine arrivato dal segretario provinciale Marco Sarracino, infatti, gli ex dissidenti del Pd sono prepotentemente – tutti con un biglietto da visita da mille voti – saliti sul carro del vincitore, con buona pace dei «metodi» e dei «risultati» contestati a fine maggio.
Insomma, Ciro Buonajuto – capace di sfiorare l’80% delle preferenze per il bis alla guida della città degli Scavi – rischia di pagare con 5 anni di turbolenze la «coerenza» dimostrata dai dem della città degli Scavi: a guidare l’esercito degli anti-sindaco «pentiti» c’è, infatti, l’ondivaga Antonietta Garzia – tornata dopo la grande alleanza del 2015 con Antonio Liberti alla corte del primo cittadino e pronta a «pesare» per due in consiglio comunale – e Maria Grazia Prillo, tra le prime firmatarie della mozione di sfiducia. Dallo stesso elenco di ex dissidenti sono stati eletti – tutti in quota Pd – Gennaro Oliviero, Salvatore Cristadoro e Nunzia Scognamiglio.
I primi veleni potrebbero arrivare con la nomina della giunta: il leader di Iv ha garantito la poltrona di numero due di corso Resina a Luigi Luciani – il segretario cittadino del Pd promotore della crociata contro il primo cittadino – ma già sarebbero cominciate le pressioni di Luigi Fiengo per recuperare il «proprio posto» all’interno dell’esecutivo locale.
Alla luce dei numeri, dunque, la vera opposizione a Ciro Buonajuto potrebbe – come già accaduto durante gli ultimi due anni del primo mandato – arrivare direttamente dall’interno della coalizione. Una coalizione messa in piedi per «occupare» nuovamente il Comune, ma su cui – alle prime difficoltà – potrebbero pesare i dissapori del passato. Perché, la storia insegna, a Ercolano il Pd cambia idea con sorprendente rapidità.