Napoli. Tamponi, allenamento, un po’ di ansia innegabile. E’ così che il Napoli ha vissuto la prima giornata dopo aver scoperto della positività di 14 tesserati del Genoa, che domenica è venuto a giocare al San Paolo. La squadra ha saputo la notizia ieri sera, dopo una giornata trascorsa in famiglia, una notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno. Preoccupazione da parte di Mertens e compagni per la propria salute ma anche per quella dei propri familiari. Subito il Napoli ha fatto partire il piano dei controlli che durerà tutta la settimana. Alle 13 i giocatori sono arrivati a Castel Volturno e si sono sottoposti al tampone, il cui esito arriverà domani. Ma non sono quelli decisivi: il Napoli ne ha programmati anche per giovedì e poi per venerdì. Saranno quelli i test determinanti, che daranno il verdetto finale in vista della partita che è già big match, quella a Torino contro la Juventus. “L’attenzione è massima e con le risposte del secondo tampone attese sabato sarà difficile organizzare la trasferta in casa della Juventus”, ha affermato Vincenzo Mirone, professore Ordinario di Urologia dell’Università Federico II, responsabile scientifico degli screening covid19 per lo staff e i giocatori del Napoli. “La preoccupazione – ha spiegato – è notevole, durante la partita, con il Genoa ci sono stati dei faccia a faccia, come tra Osimhen e Masiello. Dopo il primo tampone potremmo già avere delle notizie, decisivo però sarà quello di sabato”. Giocare contro avversari con il covid non è una premessa rassicurante anche se il Napoli ricorda che il Genoa aveva fatto i tamponi prima di partire e quindi i positivi potevano essere ancora in una fase di incubazione che sarebbe molto contagiosa. Ma di certezze non ce ne sono. Certo è che se dovessero cominciare a spuntare fuori dei positivi, il Napoli inviterà la Lega a fare una riflessione in vista del match con la Juve, aprirebbe anche un dialogo con il, club bianconero per valutare la sicurezza di tutti. “Se fossero positivi alcuni nostri giocatori anche la Juve temerebbe il contagio, non penserebbero certo, giochiamo così vinciamo”, afferma una voce del club da Castel Volturno dove comunque i giocatori non potranno vivere una serena settimana di allenamento. Il club sottolinea anche l’assurdità delle regole Uefa, per cui con 13 giocatori a disposizione giochi. “La partita con il Genoa non si doveva giocare”, protestano molti tifosi in una città dove i contagi aumentano (sono 286 oggi) e dove il covid che minaccia gli azzurri è al centro delle conversazioni. Il Napoli però non mostra rabbia nei confronti del Genoa, che certo con sarebbe venuto al San Paolo se avesse avuto consapevolezza del focolaio. Intanto le cattive notizie arrivano anche dall’infermeria e riguardano Insigne, uscito per un dolore muscolare nel primo tempo del match col Genoa. Per il capitano la diagnosi è di lesione di primo grado al bicipite femorale: per lui almeno tre settimane di stop, un saluto alla convocazione del ct Mancini e e possibile rientro dopo la sosta delle nazionali. Ora però in primo piano c’è solo il covid.
SPORT
29 settembre 2020
Napoli, ansia da Covid e tamponi: «Difficile la gara cone la Juve»