”Campione non idoneo”, e scatta l’ennesimo test per un 44enne di Castello di Cisterna, e per suo figlio di quattro anni chiusi in casa, insieme al resto della famiglia, ormai da quasi un mese. Una vera ‘odissea’ quella vissuta dal nucleo familiare dopo aver avuto contatti con una persona positiva al Covid, che ha infettato la moglie del 44enne, asintomatica, poi guarita secondo uno degli ultimi tamponi a cui sono stati sottoposti. Ciro, il capofamiglia, insieme ai suoi due figli di sei e quattro anni, sono invece sempre risultati negativi agli esami orofaringei, ma dal 3 settembre nessuno di loro può lasciare la propria abitazione fino a quando non avranno i dati definitivi, che slittano a causa di un campione risultato non idoneo. ”Mio figlio piange – spiega l’uomo – ha già subito l’isolamento della mamma finito col tampone negativo, e da un mese è in quarantena insieme a tutti quanti noi. Oggi dovrebbero farci l’ultimo tampone, solo a noi due, perchè pare che l’ultimo campione prelevato non è risultato idoneo”. ”Siamo esausti – gli fa eco la moglie – ho scritto anche all’Asl perchè rivogliamo la nostra vita, mio marito deve tornare a lavoro, i bambini devono cominciare la scuola”. La coppia spiega di aver effettuato i primi tamponi lo scorso 7 settembre, dopo un’attesa di 4 giorni dalla chiamata dell’Asl, e il 10 settembre hanno saputo che la donna era positiva: quindi scatta l’isolamento per lei e la quarantena per il resto della famiglia. ”E comincia l’incubo – prosegue la donna – il 12 settembre ci rifanno il tampone, ma poi ci dicono che è stato un errore e che i risultati, tutti negativi, non saranno presi in considerazione. Il 21 settembre ci sottoponiamo tutti e quattro al tampone ”ufficiale” di guarigione, e dopo una mezz’ora arrivano a casa altri operatori che vogliono effettuarlo di nuovo, ma capendo l’errore, ci siamo rifiutati. Il 23 solo io sono stata sottoposta all’ultimo tampone di guarigione, e qualche giorno dopo ricevo telefonicamente i risultati di quello effettuato il 21 settembre che risulta negativo come quello di mia figlia. Ma i risultati di mio marito e del piccolo non ci sono”. Secondo quanto racconta la donna anche in una lettera inviata all’Asl per sollecitare la loro ”scarcerazione”, in poche ore riceve diverse telefonate da medici dell’azienda sanitaria, in cui dapprima le comunicano la negatività di tutti i tamponi del 21, per poi scoprire che invece mancano ancora quelli di Ciro e del bimbo piccolo. ”Anche il sindaco di Castello di Cisterna si sta interessando alla situazione – aggiunge – ma tutto si ingarbuglia sempre più. Siamo stanchi ed esausti. Rivogliamo la nostra vita”.
CRONACA
30 settembre 2020
Dal 3 settembre attende l’esito del tampone: famiglia “reclusa” nel Napoletano