Allo Juventus Stadium ci sono la Juventus e la squadra arbitrale, non il Napoli: la squadra partenopea, infatti, non è partita dal capoluogo campano, mentre per la Lega non c’erano le condizioni per rinviare la partita. Fino a questo momento, però, nessun bianconero è ancora sceso in campo, Ronaldo e compagni aspettano nel tunnel degli spogliatoi. Ora si aspetteranno i 45 minuti da regolamento prima che l’arbitro Doveri decreti il triplice fischio finale per mancanza della squadra avversaria.
“Il CTS, a proposito del caso dei calciatori positivi al contagio dal virus SARS-CoV-2, richiama gli obblighi di legge sanciti per il contenimento del contagio dal virus e ribadisce la responsabilità dell’Autorità Sanitaria Locale competente e, per quanto di competenza, del medico sociale per i calciatori e del medico competente per gli altri lavoratori”. Lo afferma in una nota il Comitato tecnico scientifico a proposito della partita Juventus-Napoli.
L’Asl conferma il no a Torino, il Napoli prepara la guerra legale
Muro contro muro a colpi di carte bollate. E’ la partita che si prepara a giocare il Napoli dopo il no alla partenza per Torino per la trasferta contro la Juventus a causa della positività al Covid-19 di Zielinski ed Elmas, che potrebbe segnare l’inizio di un focolaio. Un no motivato dal divieto di partire delle Asl competenti, che si scontra, però, con la posizione della Lega che anche oggi ha ribadito che la partita deve andare in scena. La Juventus è d’accordo. La possibilità del ko a tavolino per il Napoli c’è, ma il club azzurro darà poi battaglia sul tavolo della Figc, forte delle comunicazioni dell’ Asl. Del caso domani il ministro dello sport Vincenzo Spadafora discuterà con i vertici del calcio dopo aver spiegato che bisogna “far prevalere l’interesse superiore della salute su qualsiasi altra logica o interesse di parte”. Il Napoli ha lavorato per rafforzare la sua posizione chiedendo una precisazione alla Asl Napoli 2 Nord sulla possibilità di partire per Torino, e ricevendo una risposta chiara: “Si ritiene – si legge – non sussistere le condizioni che consentano lo spostamento in piena sicurezza dei contatti stretti. Pertanto, per motivi di sanità pubblica, resta l’obbligo dei contatti stretti di rispettare l’isolamento fiduciario presso il proprio domicilio”.
L’autorità sanitaria locale sottolinea che “tenuto conto che i calciatori del Napoli recandosi in trasferta a Torino avrebbero inevitabilmente contatti con una pluralità di terzi (personale dell’aeroporto, equipaggio e passeggeri del volo, personale dell’hotel sede di ritiro, addetti e tesserati della Juventus) si ritiene che le condizioni non consentano lo spostamento in sicurezza”. Il Napoli è andato quindi diritto per la sua strada, inviando tutti i documenti a Lega, Figc e alla Juventus, lasciando i calciatori e il tecnico Gattuso a casa, e preparandosi alla battaglia legale, ennesima puntata dell’enorme rivalità con la Juventus. Domani il club organizzerà i 14 giorni di isolamento che i giocatori passeranno in una “bolla” nell’ hotel di Castel Volturno, accanto ai campi del centro tecnico. Questo ritiro Covid comincerà domani mattina con un altro giro di tamponi, per capire se anche nel Napoli c’è una crescita di contagi, come è avvenuto la scorsa settimana al Genoa, quando da due positivi si è arrivati a 19. Il club ha anche scritto alle nazionali per avvisarle che i convocati azzurri non partiranno. Unica eccezione Milik, che da tempo si allena in orari diversi dalla squadra, e quindi ha raggiunto la Polonia. L’ attaccante è ormai fuori rosa e per lui resta aperta solo una possibile porta verso la Fiorentina costruita dal ds Giuntoli: il Napoli è stufo, lunedì si chiude il mercato e se Milik rifiuta Firenze resta in tribuna una anno. Chiuso anche il mercato in entrata con Tiemoué Bakayoko, 26 enne centrocampista francese che arriva in prestito dal Chelsea: il mediano porta i muscoli necessari in interdizione per attuare il 4-2-3-1 di Gattuso.