Torre del Greco. «Assolto perché il fatto non costituisce reato». E’ il verdetto con cui i giudici della corte d’appello di Napoli hanno assolto dall’accusa di omicidio colposo R.S., il conducente dell’autoarticolato contro cui si schiantò lo scooter guidato da Ciro Giannini.
A sette anni e mezzo dalla tragedia all’altezza del varco-killer di viale Europa arriva una nuova doccia gelata per i familiari dello studente di 17 anni ucciso da un tir in uscita dalle cave della ditta Fratelli Balsamo: il processo-bis aperto dal ricorso presentato dalla procura di Torre Annunziata e dall’avvocato Gennaro Imbò – difensore dei parenti della vittima – si è chiuso con lo stesso verdetto pronunciato a gennaio del 2018 dal giudice monocratico Federica Di Maio del tribunale di Torre Annunziata. «L’incidente non fu provocato dal conducente dell’autoarticolato», la sostanziale conclusione della corte d’appello di Napoli.
Eppure, le foto scattate al momento dello schianto mortale non lasciano spazio a dubbi: il tir guidato da R.S. aveva completamente invaso la corsia su cui – in direzione opposta – viaggiava lo scooter di Ciro Giannini. Una circostanza ritenuta «secondaria» dai magistrati rispetto all’elevata velocità del motociclo. Una tesi portata avanti già in primo grado dalla difesa dell’autista – rappresentata dall’avvocato Raffaele Tecce del foro di Avellino – e sempre contestate dal legale dei familiari dello studente dell’istituto superiore Eugenio Pantaleo. Inutilmente. Perché pure per i giudici della corte d’appello di Napoli il conducente del tir non fu colpevole della morte del diciassettenne.
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