Che sotto la cenere covasse un bel po’ di fuoco si era chiaramente capito in una delle ultime uscite quando in diretta Facebook ha candidamente ammesso di essere stanco, tanto da preannunciare che «mi dedicherò alla mia famiglia e lascerò», precisando ovviamente che si dimetterà soltanto «a Covid 19 finalmente sconfitto». Purtroppo del vaccino tanto atteso ancora niente, dunque il “sindaco del popolo” Giuseppe Tito – così si autodefinisce dalla primavera 2014, quando si presentò agli elettori e vinse le Comunali – continua a guidare in prima linea la sua amministrazione. E per gestire al meglio la sua giunta, ha optato all’improvviso per un rimpasto. A poco più di un anno dalla riconferma con percentuali bulgare, Tito svolta. Lo fa rimescolando deleghe e incarichi, senza muovere per il momento le pedine del suo scacchiere. L’esecutivo rimane il solito: il vicesindaco (non a sorpresa) rimane ancora Rosanna Testa, affiancata dagli assessori Angela Aiello, Massimo Starita e Pasquale Cacace.C’è un chiaro elemento che induce a pensare che Tito di mollare, effettivamente, per ora non ne ha proprio voglia.
La delega dei servizi sociali, assolutamente centrale in questo periodo di emergenza sanitaria ed economica a causa della pandemia da Covid 19, ora è nelle sue mani, in quelle del sindaco del popolo. Prima, se ne occupava l’assessore Aiello, che si occuperà di pubblica istruzione, urbanistica, sanità, rapporti con le frazioni, lavoro, risorsa mare e difesa delle coste. Il vicesindaco Testa invece si è vista (ri)assegnare deleghe importanti quali personale, servizi demografici, rapporti con enti e partecipate, trasparenza e anticorruzione. Per Cacace, vicesindaco nella precedente consiliatura, spazio per le deleghe riguardanti turismo, protezione civile, corso pubblico, ambiente, ecologia, lavori pubblici e politiche giovanili. Dulcis in fundo, per l’assessore Starita, stando al decreto, deleghe non secondarie quali pianificazione territoriale, demanio, condono, verde pubblico e manutenzione.Stando a ciò che filtra dagli ambienti della maggioranza, un altro rimpasto ci sarà magari prima della prossima estate, magari a Covid sconfitto. Ed è qui che entra in scena il piano politico di Tito. Il primo cittadino, in tutte le salse, ha detto di essere provato fisicamente e mentalmente dalla gestione dell’emergenza legata ai contagi da coronavirus. Per ora di lasciare l’incarico e la fascia tricolore non ne ha intenzione: «Ho un incarico assegnatomi dagli elettori e non posso tradire la fiducia in un momento così difficile. Vado avanti, però…». Però, ripete ancora una volta Tito, «spero che il Covid possa essere battuto una volta e per tutte nel più breve tempo possibile. A quel punto vorrò dedicarmi a tempo pieno ai miei affetti, alla mia famiglia, alla mia vita». E c’è chi addirittura sottolinea come l’ipotesi di lasciare la fascia tricolore prima della scadenza della metà del mandato bis possa consentire clamorosamente a Tito di ricandidarsi per un terzo mandato consecutivo.