Rocco Traisci
Donix, al secolo Donatella Scarpato, estro e grazia black beat presenta il nuovo disco “N4BS”, Not For Boys. Già frontwoman del combo La Pankina Crew e partner al canto sia nel disco Bassi per Le Masse sia nel successivo tour di Luca ‘O Zulù Persico – frontman della storica 99 Posse – è un astro della scena urban hip hop soul di Napoli. Le abbiamo fatto un breve intervista in esclusiva per Mhz.
Parlaci un po’ di Donatella Scarpato, che tanto di Donix se ne parla ampiamente nelle canzoni.
Donix è Donatella Scarpato e viceversa. Nelle canzoni ho cercato di portare me stessa, la me autentica, quindi racconto inevitabilmente anche di Donatella-donna; oltre alla cantautrice. Sono nata e vivo nella periferia est di Napoli, ho sempre avuto – da che ho ricordi – la passione per il canto e la musica. Infatti alle medie mi sono iscritta alla sezione musicale per studiare flauto traverso. L’incontro con l’hip hop e l’r’n’b è avvenuto nello stesso periodo, per strada, grazie all’incontro con alcuni ragazzi. Tra questi c’erano anche i miei soci de La pankina krew. Da lì è iniziato tutto.
Fare musica è una delle cose più eccitanti al mondo. Ma è anche una pulsione incontrollabile quando “’o ggenio non ci sta” e siamo obbligati a fare altro. Come si gestisce, nella vita ordinaria, un “fatto” così divertente, liberatorio e impegnativo?
Ho sempre trovato il tempo per scrivere, anche quando facevo altri lavori. Proprio perché è una esigenza che muove da dentro, non c’è modo di fermare l’impulso di scrivere. La scrittura per me ha sempre avuto una funzione di sfogo, fa parte del mio essere, del mio quotidiano. Oggi che vivo facendo la musicista, ancora di più, sono sempre lì a segnare qualche frase, appunto e spesso scrivo piccole poesie da cui poi sviluppo le canzoni.
Nella stesura dei testi la dimensione personale prevale sulle suggestioni, tuttavia il titolo “Non per ragazzini” è chiaramente una provocazione. Non si capisce se sia rivolta ai giovincelli o agli uomini che vogliono fare i giovincelli.
Non per ragazzini non è inteso in senso anagrafico, ma è inteso per uomini che hanno una visione immatura, maschilista e misogina. Il disco si oppone alla cultura patriarcale. Ancora oggi si leggono testi nei quali la donna viene descritta come un oggetto, come fosse un accessorio. N4BS è in opposizione a questo stile di pensiero, una dichiarazione di fiera indipendenza che urla al mondo che noi donne possiamo tutto senza bisogno di un uomo per raggiungere i nostri obiettivi.
Al di là delle influenze finemente r&b-soul-electropop, nei brani si avverte la contaminazione del caro vecchio raggamuffin, oltre alla tua personale evoluzione di ex vocalist della Pankina Crew. Sono passati un po’ di anni: quali affinità e divergenze sopravvivono di quell’esperienza?
In LPK non ero una semplice vocalist ma parte del gruppo, i testi erano scritti da tutti e tre, eravamo un trio alla pari. La Pankina Krew sono le mie radici, la mia genesi, fa parte di me. Anche in questo progetto solista, pur avendo un sound più sperimentale, elettronico, che miscela più generi, si percepisce la matrice r’n’b/soul in tutte le canzoni.