È una Napoli praticamente già svuotata, e come lei tutte le città della provincia, quella che si avvicina allo scattare del coprifuoco per il Covid 19 che parte alle 23, con mezz’ora di tolleranza per chi esca da locali e ristoranti. Pochissime le auto in giro già alle 21 di venerdì sera, quando la città di solito è piena di traffico per i ristoranti, i teatri, la movida. Deserto il lungomare nella zona di Mergellina, con gli chalet senza clienti che stanno coprendo le vetrine con panni bianchi perché dalle 21 è vietata la vendita di cibo e alcol da asporto, permessa solo seduti al tavolo. Chiudono anche i chioschi sul lungomare, famosi per i taralli e la birra, che non hanno però tavolini. Anche nella zona collinare, in via Aniello Falcone dove al venerdì e sabato si riuniscono migliaia di giovani, ci sono solo alcuni ragazzi e ragazze seduti ai tavolini, ma nessuno in piedi vicino al muretto panoramico sul Golfo, sede della movida. In Piazza Sannazaro due i tavoli occupati ai ristoranti di pesce, mentre la pizzeria ha ancora un po’ di persone a cena. Molte le auto delle Forze dell’ordine che pattugliano le strade principali. Nelle altre città il copione è lo stesso. Deserto il lungomare di Castellammare, le zone della movida di Torre Annunziata e Pompei, stesso scenario negli altri comuni. La gente resta chiusa in casa e sale la preoccupazione per i giorni avvenire, stretti tra crisi economica e sanitaria
CRONACA
23 ottobre 2020
Covid: dalle 23 il coprifuoco, ma le città sono già deserte