“E’ necessaria una programmazione che consenta di capire come possiamo uscire da questa crisi nell’immediato e come possiamo continuare a starne fuori finché non arriverà qualche cosa che ci metterà al riparo. E questo qualcosa probabilmente sarà soltanto il vaccino, che però non sappiamo quando lo avremo e, purtroppo, nemmeno se l’avremo”. Queste le parole di Massimo Galli, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. Rispetto alle parole del ministro della Salute Roberto Speranza, che è tornato ieri a ripetere che il vaccino verrà distribuito entro la fine del primo quadrimestre del 2021, Galli, ordinario di infettivologia all’Università Statale di Milano, afferma: “sono completamente solidale a delle posizioni di buon auspicio ma non possiamo stare in attesa di un risultato che non sappiano se si concretizzerà e quando. Sarebbe come andare in battaglia sperando di avere in mano un’arma che arriverà tra un numero imprecisato di mesi”.
La parola d’ordine quindi per Galli è programmazione, quello che, suggerisce, è in parte mancato per le scuole. “Il costo epidemiologico dell’apertura delle scuole esiste e non si può negarlo, altrimenti sarebbe un discorso di comodo”, ha detto. “Abbiamo passato l’estate a dibattere sul fatto che i banchi a rotelle non servivano a molto” ma quello che “non si sono messe le scuole nelle condizioni di avere una presenza sanitaria” che “permetterebbe di poter sfruttare tamponi rapidi e test salivari che arriveranno si spera presta, così da intercettare e contenere subito eventuali infezioni nelle scuole, anche primarie. Anche questo – ha concluso – è un discorso di organizzazione”.
Il lockdown totale è un parere generalizzato tra medici
“Non c’è alcun dubbio che la situazione sia ampiamente fuori controllo” e l’appello dell’Ordine dei medici che ha chiesto ieri il lockdown in tutta Italia “in realtà esprime un parere che è assai generalizzato tra i medici del nostro Paese. E quelli che hanno parere diverso, lo hanno per motivi loro, non sulla base di un dato scientifico o di realtà”. Lo ha detto Massimo Galli, ordinario di Malattie Infettive alla Università Statale di Milano e direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Sacco, durante la trasmissione Agorà, su Rai 3. I dati, ha sottolineato, “mostrano un costante incremento della diffusione dell’infezione e non siamo ancora alla riduzione del fenomeno”. Per questo, “le misure adottate vanno applicate con estrema attenzione ed efficacia, se non vogliamo trovarci in una situazione ancora più complessa in brevissimo tempo”. Quindi rispetto all’eventualità di una chiusura specifica: “si possono considerare ancora differenze regionali, ma con attenzione per non vanificare il risultato”. Quello che però soprattutto “bisogna sapere fin da ora – ha concluso – è che, in ogni caso, dopo un eventuale lockdown nazionale, non è che subito dopo si potrà fare come l’estate passata, altrimenti saremmo da capo. E questo non può essere oggetto di un tira e molla politico”.