L’ospedale San Leonardo di Castellammare vive una situazione di estrema sofferenza. Da punto di riferimento sanitario per l’intero comprensorio stabiese e dei Monti Lattari, dopo la conversione del Pronto Soccorso alla cura dei malati Covid, con l’impennata di contagi di questa seconda ondata, ha visto via via riempirsi i posti letto disposizione. E, di conseguenza, man mano svuotare e riconvertire i reparti “normali” per fare spazio ai contagiati. Ma ormai da giorni questo equilibrio già di per se’ molto precario è completamente saltato, e si cercano nuove soluzioni, quantomeno per tamponare un’emergenza che i numeri raccontano meglio di qualsiasi parola. Al momento sono 31 le persone ricoverate positive al Coronavirus, e dopo i quattro decessi di domenica ieri si è registrata la scomparsa di un altro paziente, uno stabiese. Sempre nella giornata di ieri, sono iniziate le tristi operazioni di prelievo di alcune delle salme presenti nell’obitorio della struttura di viale Europa. All’esterno del Pronto Soccorso, invece, come purtroppo ormai accade quotidianamente da diversi giorni, si è formata una lunga fila di ambulanze. Con pazienti e operatori bloccati per ore e ore, nell’attesa di “sbarellare”: alcuni sono stati sistemati negli spazi all’interno del Pronto Soccorso. All’esterno del presidio sanitario anche le auto in coda, con i malati in attesa sotto le coperte, accompagnati dai loro familiari verso l’ospedale. Per ovviare a questa carenza ormai pesante di posti letto, come accennato, si stanno studiando soluzioni alternative. Quella più concreta riguarda l’attivazione di specifiche convenzioni con cliniche private della zona, almeno tre, dove poter trasferire una parte dei malati di Covid, liberando così almeno in parte le corsie del San Leonardo. Nelle intenzioni questo tipo di sistema dovrebbe consentire di garantire un’altra cinquantina di posti letto, sia di terapia sub-intensiva e, auspicabilmente, anche di terapia intensiva. Tuttavia il via libera definitivo deve essere concesso dalla Regione Campania, e i tempi potrebbero non essere rapidissimi. Sia perché, ovviamente, non si tratterebbe di un’operazione a costo zero,e quindi le spese devono necessariamente essere autorizzate dalla struttura regionale. Sia perché, ci sono anche degli aspetti da valutare attentamente sul piano strettamente tecnico. A cominciare proprio da quelli relativi alle terapie intensive: non sono tantissime, infatti, le strutture private dotate di questo tipo di posti letto.Senza i quali gli ammalati di Covid, in caso di aggravamento delle proprie condizioni, sarebbero a serio rischio di sopravvivenza. Intanto in città sale ancora il numero dei contagiati, che ormai sfiora quota mille, 948 per la precisione: ieri il sindaco ha dato notizia di altri 66 casi. (c)riproduzione riservata
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