NAPOLI – Il mercato illegale della Internet Protocol Television (IPTV) ha subito un duro colpo con l’ oscuramento di più di 5.500 siti di live streaming, server, piattaforme informatiche, siti web-vetrina e di 370 canali Telegram che offrivano partite di calcio ed altri eventi sportivi. L’ operazione è stata condotta da Guardia di Finanza e Polizia delle Telecomunicazioni ed ha coinvolto 19 Paesi a partire dal 6 novembre. Ieri, in contemporanea, sono scattati i provvedimenti di sequestro e le perquisizioni. Sono 23 gli indagati dalla Procura di Napoli. Nei loro confronti sono stati emessi provvedimenti di sequestro e confisca per 10 milioni e 619 mila euro. I finanzieri hanno eseguito 100 perquisizioni nei confronti dei principali rivenditori italiani degli abbonamenti allo streaming illegale. Perquisizioni, sequestri ed indagini sono state compiute in 12 Paesi europei, utilizzando un software di intelligenza artificiale, capace di analizzare i Big Data che ha consentito l’ individuazione dei rivenditori in Italia, appartenenti all’ organizzazione di pirateria audiovisiva, e gli utilizzatori del segnale in tutto il mondo.
L’ abbonamento veniva pagato anche tramite criptovalute. Alti i profitti dei componenti dell’organizzazione, tra i quali sono stati scoperti 15 percettori di reddito di cittadinanza. Sono 5 milioni finora – secondo dati diffusi dalla Guardia di Finanza in una conferenza stampa – gli utenti dello streaming illegale identificati in Italia e 50 milioni nel mondo. Sui video degli utenti dello streaming pirata è apparso, mano a mano che le piattaforme venivano spente, un avviso che le informava che il sito web sul quale stavano visionando il programma era stato sequestrato. Circa 600 i finanzieri, di 91 Comandi territoriali impegnati nelle indagini, ai quali si sono aggiunti agenti della Polpost. Con loro hanno collaborato oltre 300 appartenenti a Corpi di Polizia di Paesi esteri. L’ operazione, denominata “The Perfect Storm” , ha portato anche al sequestro di 334 account Paypal utilizzati dai rivenditori. L’ organizzazione utilizzava piattaforme informatiche di ultima generazione, ubicate in Europa, che trasformavano i segnali audio-video delle pay tv , di “Disney +, DAZN e Netlix in flussi di dati che venivano redistribuiti attraverso Server collocati in vari Paesi .