Un signore d’altri tempi, elegante e sempre disponibile. Non si tirava indietro quando bisognava dare una mano a chi aveva bisogno di aiuto, di una parola di conforto. Lo faceva d’istinto, senza cercare o addirittura esigere clamore e pubblicità. Un galantuomo, un lavoratore generoso e dal cuore buono.
Ma anche un imprenditore sveglio e dinamico, sempre al passo coi tempi. Il presidente, col suo inconfondibile sigaro acceso tra le labbra, per tanti che hanno avuto il pregio di conoscerlo. La scomparsa di Antonino Pollio, in questi tempi di Covid 19 e timori, di rinunce e ferite profonde, fa male. Fa male perché il destino strappa via l’ennesimo pilastro a una terra che giorno dopo giorno continua a pagare un prezzo altissimo in questa pandemia. Se ne va un’altra icona di lavoro, di rispetto e cultura, di buonumore e amore per la famiglia, di visione, che aveva dedicato la sua vita a una Sorrento genuina e agli affetti più cari. Numero uno, assieme al fratello Martino, nella gestione dei suoi supermercati e delle proprie attività commerciali. Una delle ultime mission è stata “Prosit”, punto di riferimento enogastronomici nel cuore del centro storico. Appassionato di calcio, tanto da guidare il Sorrento da presidente negli anni Ottanta: un percorso importante, culminato nella storica promozione in serie C1 conquistata a braccetto col Licata di Zdenek Zeman. Già presidente del celebre Circolo Sorrentino, da anni guidava il consiglio di amministrazione del Conservatorio di Santa Maria delle Grazie. Un impegno condotto con dedizione e senza tornaconti personali.