«Ho deciso di investire a Torre Annunziata nel 2015: dal vesuviano mi sono spostato qui perché volevo un negozio più grande, ho fatto sacrifici ma anche offerto lavoro, aiuto nel mio piccolo chi ne ha bisogno ma sono un bersaglio tra rapine continue e cittadini che ne approfittano e mi truffano o derubano». Inizia così il racconto di Stefano, cittadino cinese che da oltre 15 anni vive qui in Italia e da sei invece nella città di Torre Annunziata. Stefano racconta la sua storia a Metropolis provando a lanciare un appello ma diventa anche un esempio di un piccolo commerciante che ha deciso di non mollare. «Abbiamo vissuto la prima ondata di pandemia come tutti: negozio chiuso, difficoltà economiche come tanti e in casa senza uscire – spiega – abbiamo rispettato le regole mentre dal nostro paese in Cina dovevamo seguire i nostri figli e sperare che stessero bene. Loro vivono lì con i nonni, li raggiungiamo ogni tre mesi, lì stanno seguendo la scuola e terminato il ciclo scolastico vogliamo farli studiare qui in Campania». Stefano vive a Torre con sua moglie e anche lui ha fatto sacrifici «il mio è negozio piccolo in via Roma e sogno uno store un po’ più grande – continua – ho tanti amici qui ma anche qualche nemico». Stefano è uno dei commercianti di Torre che ha subito più rapine, in media una ogni due settimane e puntualmente anche furti di cittadini che prendono oggetti dagli scaffali senza pagare e se vengono invitati a posarli, come spesso accade, senza dover necessariamente ricorrere alle denunce, viene insultato e minacciato. Ma il rovescio della medaglia è nella sua voglia di credere ancora nel cuore buono dei torresi «non sono tutti così, Torre è come un albero: può dare frutti marci ma anche frutti buoni. Io ho assunto tre giovani della città, provo ad essere un punto di riferimento in una zona che non viene ben vista in città, ma qui c’è brava gente e hanno solo bisogno di fiducia e di collaborazione». Parole che Stefano ripete mentre continua a servire i suoi clienti: «Il mio negozio è sempre aperto – aggiunge – e se non ho alcuni prodotti provo o a procurarli o indico ai miei clienti dove trovarli, aiuto e sostengo così anche gli altri commercianti. Questa è una città bella ma in pochi ci credono: potrei lasciare e andare via investendo in altre realtà ma non mi lascio scoraggiare e spero che il mio esempio possa aiutare e fare da stimolo ad altri. Voglio bene ai torresi e credo che questa sia la città più bella che merita solo che altri, come me, gli diano fiducia ed investano».
CRONACA
8 dicembre 2020
Torre Annunziata. Il cuore grande di Stefano: «Una rapina alla settimana ma non vado via dalla città»