Torre del Greco. «Senza soldi non si cantano messe» recita, non senza un pizzico di cinismo, un noto proverbio popolare. E l’ultimo contributo economico concesso dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba sembra confermare la tesi del vecchio adagio. Perché la Chiesa di Torre del Greco neanche davanti alla strage della pandemia «regala» le celebrazioni eucaristiche in memoria delle vittime del Covid-19.
Tutto ruota intorno alla proposta – evidentemente, interessata – lanciata da don Salvatore Accardo, in rappresentanza del XIII Decanato dell’arcidiocesi di Napoli presso il santuario del Buon Consiglio a Leopardi, all’ente di palazzo Baronale: organizzare un evento solenne per ricordare le vittime del virus – fino a oggi 53, triste record della provincia di Napoli – all’ombra del Vesuvio. «Un evento da programmare per il 21 dicembre – si legge all’interno della nota firmata da don Salvatore Accardo – presso due chiese cittadine del centro e della periferia: la basilica di Santa Croce e la parrocchia di Santa Maria la Bruna».
Ma poiché «senza soldi non si cantano messe» il rappresentante del XIII Decanato ha chiesto un contributo economico di 5.000 euro per la realizzazione di una lapide alla memoria e la «trasmissione della cerimonia – si legge all’interno della delibera approvata dalla giunta comunale – in diretta streaming sui canali social parrocchiali e con la collaborazione delle diverse testate locali del mondo della comunicazione». Una richiesta davanti a cui il «sindaco delle cerimonie» non ha saputo dire di no, con buona pace dei pericolosi precedenti legati a sentenze della corte dei conti di Napoli relativamente a contributi economici alle parrocchie del territorio.
L’esecutivo di palazzo Baronale ha approvato, dunque, la spesa di 5.000 euro per la celebrazione di due sante messe a favore delle vittime del Covid-19. In fondo: 100 euro per ogni morto, meno di una «normale» messa in suffragio.
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