Via libera all’ampliamento dell’impianto delle cisterne dei veleni nel porto di Torre Annunziata. La Regione Campania benedice l’opera delle polemiche e consegna alla città l’ennesimo schiaffo. Un’altra sconfitta per chi aveva provato a farsi sentire, per chi per 16 mesi ha atteso sperando e invocando persino l’intervento della Madonna della neve. È stato pubblicato sul Burc della Regione Campania, il provvedimento che concede il via libera agli imprenditori della Isecold, i fratelli Rocco, noti come i “Re del porto” che hanno il controllo delle attività commerciali gestite dalla loro ditte, potranno iniziare nuovamente i lavori che prevedono la realizzazione di altre due nuovi serbatoi, e quattro baie di carico con un impianto tecnologico per il carico e lo scarico di oli minerali. Inoltre nel progetto messo su carta e allegato al Burc si legge anche che la società intende realizzare uno spazio verde è un ampio parcheggio, ovviamente aree che saranno complementari all’impianto e non accessibili ai cittadini. Cancellato l’ostacolo della Via, la Valutazione di impatto ambientale che la società non ha mai avuto e mai presentato. Sempre nel Burc si legge infatti che «che il 12 dicembre 2019 la Isecold ha provveduto a sanare i difetti riscontrati in sede di verifica documentale, trasmettendo le dovute integrazioni». Eppure quella Via agli atti non esiste. E per la Regione non sarebbe un atto fondamentale. Tutto l’incartamento, in questi 16 mesi, è stato analizzato dalla Commissione Via: l’area dei lavori non ricade all’interno delle zone contigue al Parco del Vesuvio e pertanto nessun vincolo insiste. Ma ancora: per l’istanza dell’Arpac di monitorare falde acquifere, anche questo punto sembra non essere rispettato perché non sono state previste l’utilizzo di acque sotterranee. Poi la benedizione:«l’ampliamento – termina la commissione- non produrrà un impatto negativo significativo sulla qualità dell’aria rispetto a quanto attualmente autorizzato». Insomma due cisterne, quattro o sei per la Regione cambiano poco ormai lo scempio c’è e l’ampliamento non peggiora lo stato di una città che sarà così costretta ad ingoiare ancora una volta un’altra opera scempio. Inutili le marce, inutili gli appelli e inutile per la città provare ad alzare le barricate. La Regione sembra non voler tornare indietro, gli uffici comunali non possono più bloccare l’opera perché organo minore rispetto alla Regione e la Isecold intanto, secondo indiscrezioni, dopo aver esultato per il verdetto è pronta ad aprire il cantiere già subito dopo l’Epifania. «Il sindaco si preoccupa delle poltrone invece che della sua città e dei cittadini: le cisterne sono l’ennesimo fallimento firmato Ascione». È il giorno delle reazioni. Il giorno della rabbia e della rivolta. Sono i comitati e le associazioni cittadine, il Comitato per la Salera è il Movimento Civico per Torre ad alzare la voce. Si scagliano tutti contro il sindaco e contro la sua maggioranza. Ma la battaglia, secondo i comitati non si ferma qui: «Stiamo pensando ad una manifestazione che coinvolga tutta la città- concludono – non possiamo aggiungere allo scempio del Sarno anche quello delle cisterne».
CRONACA
17 dicembre 2020
Isecold, colpo di scena. Sì alle cisterne nel porto