L’arresto del capo dell’ufficio tecnico comunale, fermato con una tangente di 10mila euro in tasca, ha il primo contraccolpo politico a Torre Annunziata. Il sindaco Vincenzo Ascione ha azzerato la sua giunta, anche su pressione della segreteria provinciale del Pd. Una scelta inspiegabile se non per la paura che l’indagine della Finanza possa travolgere altri elementi di un’amministrazione in fibrillazione.
L’incubo di una nuova Tangentopoli ha dunque spazzato via l’esecutivo di Ascione che era stato appena ricomposto dopo una lunga crisi politica. Un rimpasto che non ha risolto una questione spinosa che è sul tavolo politico da oltre un anno.Il Pd, che è il partito del sindaco, è spaccato in due. Una parte, che è quella che fa capo al segretario cittadino Francesco Savarese, è all’opposizione; un’altra, che è quella dei dissidenti, è fedelissima al primo cittadino. Questi ultimi considerano illegittimo il congresso cittadino, i primi, invece, considerano fallimentare la gestione amministrativa di Ascione.
Dopo le manette, la segreteria cittadina del Pd ha firmato un durissimo documento d’accusa al primo cittadino e alla stessa segreteria provinciale che nella faida dem s’è schierata coi dissidenti. Si legge: «L’onta della corruzione si abbatte sulla nostra città, la politica non si limiti a mere dichiarazioni di circostanza. Noi, nonostante i richiami all’obbedienza che ci giungono dalla federazione per aver osato troppo, continuiamo la nostra battaglia contro quest’amministrazione che ha provocato solo disastri».