Quella tangente da 10.000 euro rappresenta solo una parte del malloppo incassato per pilotare l’appalto. I soldi non erano destinati soltanto a Nunzio Ariano, il dirigente dell’ufficio tecnico di Torre Annunziata arrestato il 28 dicembre scorso per il reato di induzione indebita. Nel giro delle mazzette, oltre al dirigente e all’imprenditore indagato a piede libero, sarebbe coinvolto almeno un terzo uomo. Sono i due punti chiave attorno ai quali ruota l’inchiesta sulla presunta “Tangentopoli” di Fortapasc, lo scandalo delle mazzette in municipio che ha fatto vacillare persino l’amministrazione comunale.
Il Procuratore Nunzio Fragliasso, il pubblico ministero Giuliana Moccia e i finanzieri del colonnello Agostino Tortora stanno mettendo insieme tutti i tasselli dell’intricato mosaico investigativo ricostruito nel corso degli ultimi 100 giorni. La sensazione è che l’arresto del dirigente dell’Utc potrebbe rappresentare solo l’inizio di un’attività più ampia. La punta di un iceberg. Dalle carte delle indagini emerge, infatti, il sospetto dei pm in relazione ad altre tangenti incassate da Ariano in relazione a quell’appalto. Almeno altri 10.000 euro che sarebbero stati consegnati al dirigente dell’ufficio tecnico comunale per l’affidamento di quell’appalto da 203.000 euro per il restyling in regime di somma urgenza di alcune scuole cittadine. In tutto 20.000 euro complessivi, circa il 10% dell’ammontare dei lavori finanziati con i soldi dei cittadini. Soldi che Ariano, sempre secondo la tesi degli inquirenti, avrebbe diviso con un altro soggetto. Ipotesi sulle quali sono ovviamente in corso approfondimenti investigativi. Di sicuro, per ora, c’è che l’indagine è partita oltre 3 mesi fa, a settembre, in seguito alla denuncia di un impiegato del Comune.
Un racconto dettagliato e zeppo di particolari che ha spinto gli inquirenti ad accendere i riflettori proprio attorno alla figura di Nunzio Ariano già finito sotto inchiesta per il reato di abuso d’ufficio. Il dirigente dell’Utc per mesi è stato intercettato. Sulla sua auto è stato persino installato un dispositivo Gps che ha consentito alle forze dell’ordine di ricostruire, passo dopo passo, ogni spostamento del dirigente comunale. E non solo. Agli atti ci sarebbero anche altre foto – oltre ai 14 flash scattati dalla finanza per documentare il passaggio della tangente – che immortalano altri incontri ritenuti di rilevanza investigativa.
ù Una lunghissima serie di indizi condensati, per ora, nell’ordinanza cautelare notificata in carcere ad Ariano dopo la convalida del fermo avvenuta il 30 dicembre scorso. Indizi che però lasciano aperto il sospetto che dietro quel giro di bustarelle possa celarsi l’ombra di un vero e proprio sistema legato alla gestione dei soldi pubblici a Torre Annunziata. Il dirigente, dal canto suo, ha confessato ed ha parlato di «caso isolato» affermando di essere l’unico responsabile della vicenda (assieme all’imprenditore). Ma per i pm la verità è un’altra. E attorno a quest’idea ruotano oggi le indagini che possono far tremare il municipio.