Sono 27 i tiri totali del Napoli, di cui 11 in porta, ma uno solo trasformato in gol. Sono le statistiche della Lega a sottolineare il disastro della squadra azzurra, frustrata dai propri errori in area avversaria, innervosita e condannata a soccombere dallo Spezia, uscito vincitore in dieci dal “Maradona”. Un disastro che rende plastica la crisi del Napoli e indica il poker di Cagliari come un episodio: nelle ultime cinque partite di campionato c’è una vittoria, tre sconfitte e un pareggio, per la miseria di quattro punti.
Il Napoli è sesto, a parimerito con l’Atalanta tornata grande e già distante due punti dal quarto posto della Juventus. I campanelli d’allarme suonano a tutto spiano in una Castel Volturno gelida come l’umore di Rino Gattuso che ha parlato con la squadra, cercando di capire i motivi del flop. Le assenze sono pesanti ma non sono più una spiegazione sufficiente dopo il ko con lo Spezia, che di gol ne ha subiti 31 in 16 gare di campionato e non ha proprio una difesa imbattibile. Le assenze pesano però sulla testa e sui muscoli di una squadra che gioca ogni tre giorni con grandi responsabilità: si spiegano forse così i black out di Zielinski e Maksimovic a cui il tecnico cerca di dare una scossa.
Una buona notizia oggi però c’è: in campo si è rivisto Dries Mertens la cui caviglia sta molto meglio: il belga ha fatto differenziato e terapie e l’obiettivo è di tornare in campo domenica prossima contro la Fiorentina, ma potrebbe già andare in panchina contro l’Udinese e l’Empoli in Coppa Italia. Ancora fuori, invece, Koulibaly, che cerca di accelerare mentre la difesa zoppica paurosamente. Gattuso ha il compito di ritrovare la rotta, il presidente De Laurentiis ha ancora fiducia in lui ma l’obiettivo dichiarato del patron è di tornare in Champions League nella prossima stagione e con medie come quattro punti in cinque gare, non ce la si fa.