Torre del Greco. Il caso dell’ex precaria del consiglio comunale «assunta» a tempo determinato come staffista d’oro dell’ente di palazzo Baronale finisce sotto i riflettori della prefettura di Napoli. A due settimane dall’interrogazione a risposta scritta presentata dall’ex assessore ai lavori pubblici Luigi Mele, infatti, l’ufficio territoriale del governo si è ufficialmente interessato circa il caso di Maria Orlando – nominata, senza avviso pubblico di sorta, all’interno del centro operativo comunale per una presunta «peculiare esperienza» in materia di gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19 – e circa la procedura adottata dal sindaco Giovanni Palomba.
Costretto così a spiegare al prefetto Marco Valentini le ragioni di un decreto firmato in deroga al regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi del Comune. Una deroga, la tesi sostenuta dallo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio, motivata dall’urgenza dell’assunzione di un componente dello staff del sindaco con comprovata esperienza.
E se qualcuno avesse dubbi sull’esperienza maturata dalla «signora Maria Orlando» in tema di pandemie, il primo cittadino sottolinea come l’ex presidente di un’associazione per disabili avesse già «collaborato con delega alla protezione civile con lo staff del sindaco a titolo gratuito».
Per giustificare, infine, la completa assenza di procedure a evidenze pubbliche e la «nomina compensativa» di una politica-precaria costretta a lasciare lo scranno del consiglio comunale al rientrante «titolare» Ciro Piccirillo – sottoposto per un anno al divieto di dimora in Campania per l’inchiesta sullo scandalo del voto di scambio – il capo della carovana del buongoverno di palazzo Baronale «invita» il prefetto Marco Valentini «a considerare il tempo estremamente limitato dell’incarico e l’esiguità della cifra da corrispondere per l’assunzione di tre mesi al 50%, inferiore a 4.000 euro».
Come se assegnare «solo» 4.000 euro in soldi pubblici senza bando non fosse eticamente (e non solo) discutibile.
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