Torre del Greco. I guai non finiscono mai per il sindaco Giovanni Palomba. Mentre la maggioranza prova faticosamente a trovare un accordo per il rimpasto in giunta, l’ex assessore ai lavori pubblici Luigi Mele – oggi esponente della Lega tra i banchi dell’opposizione a palazzo Baronale – rilancia il giallo relativo alle «nomine-facili» dei componenti dell’organo per il controllo di gestione al Comune: una questione sollevata già a gennaio del 2020 e rimasta – a causa del prolungato silenzio del primo cittadino – lettera morta per un anno.
Al punto da convincere l’ex fedelissimo di Ciro Borriello a invocare «risposte certe» e chiarezza sulle poltrone d’oro assegnate a maggio del 2019 a Mario Altiero – ex consigliere comunale legato al Pd – Salvatore Russo e Rosa Miele: tre professionisti scelti direttamente dallo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio a dispetto della mancanza di dati certi in merito al possesso di alcuni requisiti. Una circostanza evidenziata già al momento delle selezioni dal segretario generale Pasquale Incarnato eppure disinvoltamente ignorata dal «paladino della legalità» alla guida di Torre del Greco. «A un anno dalla mia prima interrogazione a risposta scritta, non ho ricevuto comunicazioni di sorta dal sindaco», evidenzia Luigi Mele. Di qui, il «sollecito» per sapere da Giovanni Palomba «come sia stato possibile nominare i tre professionisti nonostante la evidente impossibilità di accertare il possesso dei requisiti degli stessi, come espressamente rappresentato dallo stesso segretario generale del Comune».
Un «mistero» rimasto avvolto nel buio per un anno – rigorosamente a spese dell’ente di palazzo Baronale – ma a cui ora il primo cittadino dovrà fornire una spiegazione entro 10 giorni.
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