“Zitti e buoni” cantano i Maneskin è l’Inter punta a vincere anche Sanremo. Le “Fiamme negli occhi” dei Coma_Cose sono un’ode al suo cannoniere Romelu Lukaku, che ha bruciato Milan e Juve arraffando un pezzo di scudetto. Willie Peyote placa gli animi con “Mai dire Mai – La Locura”, mentre l’emergente Aiello, troppo giovane per ricordare la “locura” interista, li rinfocola con il brano “Ora” (o mai più). Un altro manipolo di esordienti, i Rappresentanti di Lista, la buttano ingenuamente sui facili slogan: per loro la pazza Inter si può solo “Amare” e “Quando sei innamorato”, canta saggiamente Orietta Berti, sei già fottuto.
Lo Stato Sociale presenta “Combat Pop”, il talento molliccio della Roma. Frizzi, lazzi, tacco, punta, gran jetè, sostituzioni fantasia e un sacco di botte dallo Spezia. Annalisa è quella più pallonara di tutte: il suo brano si chiama “Dieci” e qualcuno da lassù veglia su di lei.
Juve, no Champions anche quest’anno? “E invece sì”, ribatte lo juventino Bugo, avvinghiato al gol di Chiesa, mentre Extraliscio e Davide Toffolo invocano una “Bianca luce nera” per infiammare la notte di coppa. Non è finita.
Arisa parla al Napoli con “Potevi fare di più”, nonostante gli infortuni. E infatti Max Gazzè lancia zeppate allo staff medico azzurro con “Il farmacista”. Il tandem indie firmato Colapesce e Dimartino canta “Musica leggerissima”, come lo spartito mieloso e soporifero di Fiorentina, Torino e Parma, a rischio B. Ermal Meta avrebbe “Un milione di cose da dirti”, come il Papu Gomez al suo censore Gasperini, dal “Cuore Amaro” cantato da Gaia.
Ghemon racconta il “Momento perfetto” della Lazio per rifilare una megaplusvalenza per Milinkovic Savic. Fasma debutta a Sanremo con “Parlami”: più o meno la cantata di Gigio Donnarumma a Kjaer dopo il gol di testa di Lautaro nel derby. Francesca Michielin e Fedez duettano con “Chiamami per nome”: lo dice il milanista Tomori, che di nome fa Oluwafikayomi Oluwadamilola. Esaurimento nervoso per Pioli. Francesco Renga va in gara con “Quando trovo te” e un brivido corre sulla schiena di Antonio Conte pensando al solito Maresca.
Fulminacci cadono sulla testa di Gattuso dopo la batosta Granada. Si va tutti in ritiro a “Santa Marinella”, sul litorale etrusco, dove passano solo venditori di cocco, ventate gelate e spacciatori di crack. Intanto Sarri, Mazzarri e Benitez firmano il testo di Random “Torno a te”. Ma è scontro con De Laurentiis sui diritti Siae.
Doping. A botta di fumate di “Arnica” e “Glicine” (le chiacchierate canzoni di Gio Evan e Noemi) i cosiddetti visionari Juric, De Zerbi e Italiano hanno trasformato tre avanzi di cadetteria come Zaccagni, Nzola e Caputo in stupefacenti golden boys. Si indaga. Nel brano “La genesi del tuo colore”, Irama si scaglia contro il merchandising perverso delle terze maglie: quella nero-bahora della Juve è riuscita a fare più schifo della Camo Fight mimetica del Napoli 2014, ritirata dal mercato dopo le proteste dell’Esercito. Malika Ayane si rivolge al campionato meno passionale della storia: “Ti piaci così?”. E una sola “Voce”, quella di Madame, sibila tra i botteghini deserti.