Il quadro “sta cambiando, perchè negli ospedali vediamo un aumento dei ricoveri tra i soggetti più giovani, cioè tra 40 e 60 anni di età, rispetto al passato. L’età media dei ricoveri è cioè scesa di almeno 20 anni rispetto a prima e ci sono anche casi di età ancora inferiore”. A sottolinearlo è Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, rilevando come tale situazione possa essere attribuita al diffondersi della variante inglese del virus SarsCov2. “Nei ricoverati – spiega Andreoni – stiamo rilevando più frequentemente proprio la variante inglese, che è quella che sta determinando un aumento dei contagi nella fascia d’età più giovane”.
Le terapie intensive, avverte, “si stanno di nuovo riempendo ed il fattore dell’abbassamento dell’età preoccupa molto poichè ciò potrebbe essere legato non solo ad una maggiore trasmissibilità della variante inglese, ma anche ad una sua maggiore virulenza e gravità, anche se questo aspetto va confermato da ulteriori studi”. Al momento sappiamo però, conferma Andreoni, che “i vaccini disponibili sono efficaci contro la variante più diffusa, appunto quella inglese, mentre avrebbero una minore efficacia rispetto alle varianti brasiliana e sudafricana, che hanno però una diffusione ancora circoscritta e limitata nel nostro Paese”.
A fronte di tale situazione, conclude dunque l’infettivologo, “è ancora più urgente adottare misure più restrittive, poichè l’errore più grande in questo momento è lasciare circolare troppo il virus. Infatti, più il virus circola e più si modifica”.