Piove sul bagnato anche sulla famiglia Locatelli, come per tanti nel corso del 2020, ovvero da quando si è scatenata l’epidemia di Covid. Con un figlio 27enne disabile cognitivo in casa, la madre, Cristina, e il marito, devono ora affrontare anche la positività del ragazzo che, per il suo stato, impone conseguenze ancor più difficili nella vita quotidiana. “L’incubo – racconta Cristina – è iniziato lo scorso lunedì, quando Lorenzo è risultato positivo, con una forte carica virale. Purtroppo, i ragazzi come lui vivono in uno stato emotivo spesso alterato e quindi, da quel momento, si è molto spaventato divenendo ancor più difficile da gestire: ha crisi di pianto, è disperato, teme che gli salga la febbre, ha paura di di stare male”. Il problema è che, in questa situazione, i genitori sanno di non poterlo affidare a nessun’altro e che prima o poi, nonostante tutte le precauzioni, saranno contagiati anche loro.
“Lorenzo – spiega la madre – non è in grado di osservare il distanziamento, né tutte le altre accortezze cui ci siamo abituati dall’inizio dell’epidemia. Noi gliele abbiamo insegnate una per una, ma non è possibile controllarlo in ogni momento e in ogni suo gesto”. Impossibile, quindi, anche provvedere ad un suo ricovero in una struttura ospedaliera. “Non riusciamo neanche ad immaginarlo – conferma Cristina -. Dovrebbe essere rinchiuso in una stanza in isolamento, sedato e tenuto costantemente in stato di incoscienza: non lo desidera ovviamente lui e men che meno noi”. Dai Locatelli, dunque, un appello alle istituzioni affinché garantiscano maggior sostegno a categorie in situazioni come la loro: “Esistono persone più fragili di altre e crediamo che debbano avere la priorità sui vaccini. In fondo, non sono tanti quelli come loro. Aiutateci ad avere un po’ più di serenità: famiglie come la nostra già normalmente ne hanno poca”, conclude Cristina.