Dovrebbe arrivare dalla seconda metà di aprile, come ha annunciato la stessa azienda Janssen, il vaccino Johnson&Johnson da cui ci si aspetta una semplificazione della campagna vaccinale contro il Covid-19 in Italia, per il fatto che è maneggevole ed è in unica dose. Mentre l’apporto di AstraZeneca si riduce ulteriormente, nell’Unione europea, nel primo trimestre a circa 30 milioni di dosi, pari a un terzo degli obblighi contrattuali per 90 milioni di dosi, secondo un documento dell’azienda datato 10 marzo e condiviso con esponenti Ue, citato dalla Reuters. I 30 milioni promessi ora sono ancora 10 milioni in meno rispetto ai 40 prospettati dopo il taglio iniziale. Per l’Italia la quota AstraZeneca prevista per fine marzo era di oltre 5,3 milioni di dosi.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, pochi giorni fa aveva sottolineato che l’Italia aspetta intorno a “50 milioni di dosi per il secondo trimestre e fino a 80 milioni di dosi nel terzo trimestre” e che anche in caso di una riduzione significativa “perché le aziende non riescono a rispettare i contratti fino in fondo” la campagna vaccinale andrà avanti. Per gli ultimi giorni di marzo, prima dell’annuncio di AstraZeneca, erano attese 15,6 milioni di dosi, altri 52,4 da aprile a giugno, quando dovrebbe partire la campagna per la vaccinazione di massa. E ancora quasi 79 milioni nel terzo trimestre, da luglio a settembre, e 28,2 milioni negli ultimi 3 mesi dell’anno. Il timing riguarda solo le consegne e non la somministrazione, su cui invece stanno lavorando oltre al ministero anche il Commissario straordinario all’emergenza e il capo della Protezione civile.
Tornando alla tabella di marcia dettagliata per le vaccinazioni in Italia in base ai dati del ministero, entro la fine di marzo l’Italia dovrebbe disporre di 15.694.998 dosi di vaccino: 5.352.250 di AstraZeneca (dato prima del nuovo taglio), 9.012.748 di Pfizer-BioNTech (7.352.000 del primo contratto e 1.660.748 di quello aggiuntivo) e 1.330.000 di Moderna. Tra aprile e giugno, se non ci saranno ulteriori tagli, l’Italia dovrebbe ricevere invece oltre il triplo delle dosi avute fino a marzo: una media di 17,4 milioni al mese per un totale di 52.477.454, una cifra inferiore di oltre 12 milioni rispetto ai programmi iniziali. Nel dettaglio, dovrebbero essere consegnate 10.042.500 dosi di AstraZeneca, 23.162.758 di Pfizer (di cui 8,7 milioni del primo contratto, 9,4 del secondo e 4,9 dell’aggiunta al primo contratto), 7.307.292 di Johnson&Johnson – l’unico tra i vaccini che prevede una sola dose – 7.314.904 di Curevac e 4.650.000 di Moderna. Nel terzo trimestre, dovrebbe aumentare ancora la fornitura di vaccini: un totale di 78.857.145 da luglio a settembre, 26,2 milioni di dosi al mese. AstraZeneca dovrebbe consegnare 24.771.250 dosi, Pfizer 23.534.011, Johnson&Johnson 15.943.184, Curevac 6.640.000, Moderna 7.968.700. Infine, negli ultimi 3 mesi dell’anno, sono attesi 28.200.037 dosi complessive, 9,4 al mese: concluse le forniture di AstraZeneca, dovrebbero arrivare gli ultimi 9.601.840 dosi di Pfizer, gli ultimi 3.321.497 di Johnson&Johnson, 7.968.000 di Curevac e 7.308.700 di Moderna. Sui prossimi vaccini che verranno approvati dall’ente regolatorio europeo, il responsabile della Strategia vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, ha detto a Sky TG24 che “CureVac, Novavax o Sputnik potrebbero essere tra i vaccini che arriveranno prossimamente, spero quanto prima”.
Figliuolo: tutti gli italiani vaccinati entro fine settembre
L’obiettivo di vaccinare contro il Covid-19 tutti gli italiani che lo vorranno è fissato “entro la fine di settembre” dal commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, secondo quanto riferito. Il generale auspica di poterlo raggiungere anche prima della fine dell’estate, aggiungono le fonti.