Torre del Greco. Stavolta, almeno, si è presentato all’appuntamento in commissione trasparenza. Ma l’audizione del sindaco Giovanni Palomba – convocato per «fare luce» sulle ombre allungate dall’opposizione sul settore politiche sociali – non è durata neanche un quarto d’ora. Ovvero, il tempo sufficiente a confermare la legittimità della nomina dell’avvocato Maria «Graziella» Pirozzi – nomina ritenuta da alcuni consiglieri comunali «incompatibile» con il ruolo di avvocato di alcune cooperative sociali – prima di scappare via, non senza dare vita a un «teatrino» di dubbio gusto, davanti alle domande scomode del suo predecessore Valerio Ciavolino. Insomma, il settore del welfare si conferma un tasto dolente per l’amministrazione comunale uscita fuori dal rimpasto di metà mandato e non si escludono ulteriori colpi di scena.
Dalle battute alla fuga
Il primo cittadino, contrariamente a quanto avvenne per la riunione sulla questione rifiuti, si è presentato puntuale all’incontro con i componenti della commissione trasparenza. E perfino di ottimo umore, a dispetto delle condizioni in cui versa la quarta città della Campania. Ma il sorriso sulle labbra di Giovanni Palomba si è spento già in avvio di audizione, quando l’ex alleato Luigi Caldarola ha chiesto – in scia a un’interrogazione a risposta scritta presentata a fine febbraio – delucidazioni sulla nomina del neo-assessore alle politiche sociali: «Come confermato dai responsabili del settore welfare e avvocatura – la premessa dell’ex soldato della maggioranza – l’avvocato Maria Pirozzi ha presentato, in qualità di legale di tre società cooperative, una serie di messe in mora al Comune. Trattandosi dello stesso settore in cui sarà chiamata a svolgere il ruolo di assessore, appare evidente come la nomina non sia opportuna sotto il profilo politico». Un dubbio spazzato via senza esitazioni da Giovanni Palomba: «L’assessore ha evidenziato l’assenza di profili di incompatibilità, quindi la nomina è legittima e regolare». Meno sicuro, invece, il sindaco sulla questione delle dimissioni di Letizia Allocca da coordinatrice dell’ufficio di piano. Incalzato dalle domande di Valerio Ciavolino sul «clima pesante» registrato al terzo piano della palazzina degli ex Molini Marzoli, Giovanni Palomba – a cui lo scorso 25 febbraio la professionista inviò una missiva per spiegare le ragioni del suo addio alla carica – prima ha provato a glissare, poi si è trincerato dietro uno sterile «l’argomento non è all’ordine del giorno dei lavori». Infine, sbraitando, si è allontanato in tutta fretta. Lasciando in tutti i commissari la sensazione di avere toccato un nervo scoperto del sindaco.
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