Torre del Greco. Una petizione popolare per riattivare e potenziare l’ospedale Maresca grazie ai fondi del Recovery Fund. È l’ennesima iniziativa promossa all’ombra del Vesuvio per salvare la struttura sanitaria di via Montedoro dall’incubo-chiusura. A una settimana dalla seduta-flop del consiglio comunale monotematico voluto dall’opposizione di palazzo Baronale per discutere le criticità provocate dalla sospensione del pronto soccorso – all’appuntamento in aula non si sono presentati né i vertici dell’Asl Napoli 3 Sud né il consigliere regionale Loredana Raia – sono già 1.500 le firme destinate a finire direttamente sulla scrivania del ministro della salute, Roberto Speranza.
Invitato a chiare lettere a mettere una pezza al buco della sanità aperto dal governatore Vincenzo De Luca in provincia di Napoli: «Gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno evidenziato la necessità di una nuova fase di programmazione della sanità in Campania – sostiene Romina Stilo, l’ex vicesindaco di Ciro Borriello oggi seduta tra gli scranni dell’opposizione e promotrice dell’iniziativa – partendo da un migliore utilizzo delle strutture ospedaliere già esistenti, come l’ospedale Maresca».
Un presidio sanitario un tempo all’avanguardia, poi lentamente «svuotato» sia in termini di reparto sia in termini di personale dopo l’apertura dell’ospedale Sant’Anna e Madonna della Neve – fortemente voluto dal consigliere regionale Mario Casillo, il «partner elettorale» di Loredana Raia – a Boscotrecase. L’ultimo schiaffo è arrivato a fine febbraio, quando – dietro lo spauracchio del virus – pure il pronto soccorso è stato chiuso. «Con la petizione popolare lanciata in consiglio comunale – ribadisce l’ex first lady di palazzo Baronale – vogliamo chiedere al ministero della salute e alla Regione Campania di Riprogrammare il futuro dell’ospedale Maresca. Si tratta di una battaglia senza colori politici, tutti dobbiamo remare dalla stessa parte per garantire il diritto alla salute pubblica a un bacino di circa 300.000 cittadini».
Chiaro l’obiettivo messo nero su bianco all’interno della raccolta di firme on-line: «Si chiede la riapertura del pronto soccorso per le emergenze urgenze ordinarie, con terapia intensiva e rianimazione – prosegue la referente dell’iniziativa – nonché il potenziamento delle attività sanitarie, rispondendo così alla necessità di assicurare servizi assistenziali basilari e di assicurare forme funzionali di prevenzione».
A dispetto delle promesse sventolate perfino in occasione dell’ultima campagna elettorale, l’ospedale Maresca oggi è diventato una sorta di poliambulatorio sprovvisto dei servizi essenziali per un presidio sanitario: «Vogliamo fermare la deriva prima di registrare l’inevitabile – la chiamata alle armi di Romina Stilo – e in fondi del Recovery Fund possono rappresentare un’opportunità per trasformare in realtà le promesse fino a oggi rimaste in un cassetto».
Un invito a combattere in prima linea, al momento, raccolto da circa 1.500 cittadini. Compresi esponenti dell’amministrazione comunale come l’assessore Annarita Ottaviano e l’ex responsabile del centro operativo comunale Maria Orlando. Un segnale chiaro della necessità di portare avanti una crociata senza bandiere e bandierine.