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Il Governo lavora allo scudo penale per i medici-vaccinatori
CRONACA
16 marzo 2021
Il Governo lavora allo scudo penale per i medici-vaccinatori
Redazione

Uno ‘scudo penale’ per i medici-vaccinatori, a tutela dei sanitari impegnati nella campagna vaccinale e che ne possa favorire l’adesione. Una richiesta partita dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici, ed abbracciata da tutti gli operatori sul campo, accolta oggi dal governo che, ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza, sta già lavorando ad una norma in questa direzione. La richiesta è condivisa dai sindacati medici e dalle varie categorie che man mano stanno andando a rafforzare l’esercito dei vaccinatori che verrà schierato sul campo con l’auspicato arrivo, nelle prossime settimane, di massicci quantitativi di vaccini. Dopo i medici di famiglia, oggi protocolli per la partecipazione alla campagna vaccinale sono stati siglati anche dagli odontoiatri, pediatri e medici specialisti ambulatoriali. Tre categorie che contano complessivamente oltre 82mila iscritti alle associazioni di riferimento: tutti potenziali vaccinatori – l’adesione è volontaria – che ribadiscono però la necessità di uno scudo penale.

Ed anche l’Inps dà la disponibilità ad utilizzare i propri medici nella campagna vaccinale, annunciando che, qualora il Governo lo ritenesse opportuno, l’ente “come datore di lavoro potrebbe far operare le vaccinazioni al personale con i propri medici”. A chiarire ulteriormente le ragioni della richiesta di scudo penale è proprio il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli: “Di fronte a un numero così importante di somministrazioni di vaccino, parliamo di milioni di vaccini, è chiaro che gli effetti indesiderati avversi possono comparire. Se i magistrati correttamente ci iscrivono nel registro degli indagati questa situazione comporta una serie di preoccupazioni e di difficoltà. E toglie molta serenità nell’esercizio della professione. Credo che in un momento così straordinario ci possa essere uno sgravio di responsabilità sul piano penale rimandando tutta la questione a una responsabilità di carattere civile che – afferma – può essere sempre esercitata nei confronti dell’azienda sanitaria”. Positiva la risposta giunta oggi dal governo.

Assicura massima disponibilità il ministro Speranza, che definisce la richiesta dei medici “giusta e comprensibile”: “Penso che il governo debba lavorare nelle prossime ore per dare una risposta a questa richiesta. Nelle prossime ore dovremo fare anche un confronto a livello di governo e da parte mia c’è la massima disponibilità”. È “compito dell’esecutivo mettere i nostri medici, e tutti coloro che somministreranno le dosi dei vaccini, nelle condizioni di lavorare in totale tranquillità e sicurezza, senza correre il rischio di essere coinvolti in eventuali procedimenti giudiziari”, afferma anche Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, definendo “urgente un provvedimento, da approvare già nelle prossime ore, per garantire lo scudo penale”. Favorevole il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, così come Pd, Forza Italia e M5S. Intanto, all’esercito di vaccinatori si aggiungono gli specialisti ambulatoriali (circa 13mila) e gli odontoiatri (63.600).

Il presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale, Raffaele Iandolo, esprime soddisfazione sottolineando che il protocollo consentirà “somministrazioni sicure e, in presenza di un numero cospicuo di dosi, un rapido avanzamento della campagna vaccinale”. Assicura collaborazione anche il presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, Paolo Biasci (oltre 6mila iscritti): “Grazie all’accordo, potremo vaccinare genitori e caregiver dei bambini pazienti fragili, e quando sarà disponibile la profilassi per gli under 16, ci occuperemo anche di questo”. Ribadita però la richiesta di scudo penale: “Il pericolo è infatti che, dopo la recente apertura di inchieste su eventi gravi dopo la vaccinazione, molti medici si tirino indietro per non rischiare procedimenti giudiziari a causa di eventi non dipendenti dalla loro volontà e competenza”. “Vogliamo fare la nostra parte, ma – conclude Biasci – dobbiamo essere messi in grado di farlo con serenità”.

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