Molto spesso ci lamentiamo del prezzo troppo elevato degli smartphone e critichiamo le aziende che ogni anno aumentano sempre più il prezzo di listino dei propri prodotti. Non sappiamo però cosa c’è dietro ogni smartphone, molto spesso il prezzo di uno smartphone è condizionano dalle innovazioni che l’azienda ha portato in quel modello, altre volte è semplicemente dovuto ad un elevato costo di produzione dei componenti, altre volte purtroppo è semplicemente un grosso margine di guadagno per le aziende. Per capire meglio analizziamo alcuni smartphone.
Apple e Samsung, quanta innovazione e quanto guadagno?
Tra le grandi aziende di sicuro spiccano Apple e Samsung che rappresentano rispettivamente il 25% e il 27% dei produttori del mercato degli smartphone, producendo pochi modelli rispetto allo share di mercato che rappresentano. Ogni anno entrambe le aziende spendono milioni in ricerca e innovazione, per portare la prossima novità o “moda” nel mondo tecnologico; il costo dei prodotti, quindi, deve coprire l’investimento fatto. Circa il 9% infatti del prezzo finale di uno smartphone serve a recuperare le spese fatte dalle aziende durante l’anno per i test. Mentre circa il 35/42% del prezzo è dovuto al costo “oggettivo” dei componenti. Il restante però non è solo guadagno, ma è comprensivo di tutte le spese che l’azienda deve affrontare per la commercializzazione e la pubblicità dello smartphone. Il guadagno netto si aggira intorno ad “appena” 15/17%. Un ulteriore guadagno è dato dal “riciclo” di vecchi componenti, ad esempio, utilizzare uno stesso telaio o lo stesso display su un altro prodotto, fa risparmiare fino al 10% i costi di produzione.
Lotta al best-buy
Altre aziende come ad esempio Xiaomi, Huawei, Redmi e Motorola rappresentano una quota minore di mercato e hanno molti smartphone in produzione ogni anno. La strategia di queste aziende è quella di offrire diverse categorie di smartphone, dal top di gamma (con grandi margini di guadagno) al best buy. Un best buy è uno smartphone che ha ottimo rapporto qualità/prezzo e di cui l’azienda ha un profitto molto basso (circa il 5%). Questi smartphone infatti servono a “lanciare” l’azienda, in modo tale da ottenere più share sul mercato, mantenendo i guadagni con i top di gamma. Samsung fino a qualche anno fa adottava ancora questa “strategia” di mercato, ma i suoi smartphone entry-level/best-buy mancavano davvero di qualità poiché l’azienda tentava di avere un margine di guadagno anche in quella fascia.
Fortunatamente con il passare degli anni e con il progresso tecnologico, molti smartphone anche di fascia bassa hanno raggiunto una buona qualità a livello di componenti, tanto da poter quasi paragonare un best-buy di oggi con un top di gamma di qualche anno fa. Il prezzo degli smartphone però non diminuirà mai, le aziende infatti comunque devono pensare ai loro profitti e a mantenere la propria quota di mercato ma sempre più aziende si stanno affacciando al mondo degli smartphone con un buon rapporto qualità/prezzo; la stessa Apple infatti ha lasciato in produzione dei top di gamma degli anni precedenti, che con una riduzione del costo finale, diventano dei potenziali best-buy per gli utenti che in questo periodo fanno sempre più attenzione alle spese.
Davide Capricano