E’ presidente dell’assemblea provinciale di Sinistra Italiana: la stessa che, qualche giorno fa, ha eletto Sandro Fucito segretario provinciale.
Insegnante, Daniela Metitiero, Sinistra Italiana da che parte sta?
«Guardi, rispetto alla situazione attuale, le dico che è nel nostro dna occuparci di quella fetta della società che oggi sta soffrendo. Sono stata felice di rivestire questo ruolo e di presiedere l’assemblea di un partito che, seppur piccolo e anche con piccoli numeri, interpreta la politica come un momento in cui ti devi fare carico dei problemi della gente».
Guidare un’assemblea come quella di Sinistra Italiana cosa significa per lei?
«Presedere un’assemblea di uomini e donne che si fanno carico del benessere collettivo, che è la primaria motivazione per fare politica decidendo di stare vicino ai bisogni delle persone. Dobbiamo parlare alle fasce deboli che sono quelle che devono essere sostenute».
Questi sono tempi difficili: ma forse è ancora più difficile riavvicinare in momenti del genere la gente alla politica?
«Il grande limite della politica è che per troppi anni e troppo tempo si sono curati interessi più personali che legati al bene comune. Questo ha allontanato la gente dalla politica. Io mi occupo del sociale e vedo la necessità tra i bisogni delle persone. A volte se sentono che sei un politico non ti ascoltano. La gente disamorata della politica è colpa nostra non di altri: troppo chiusi nei palazzi, per troppi anni a fare riunioni, strategie, obiettivi, ma molto poco per strada». Se le chiedessi cosa pensano i giovani della politica?
«Quello è un altro problema grave. Noi eravamo idealisti, oggi i giovani non lo sono perché li abbiamo allontanati dalla politica. E’ vero che viviamo in una società liquida dove tutto cambia e si trasforma e dobbiamo stare al passo coi tempi. Ma sradicare la politica, cancellarla dalle sue sedi tradizionali come i partiti, ha peggiorato i problemi».
Lei al “movimentismo” crede poco?
«Guardi io sono allergica alle parole che fanno riferimento ai movimenti, alla politica dal basso. Ciò che non ha radici non porta niente. Preferisco un piccolo partito, con piccoli numeri ma che sia tale e che abbia la missione di riportare la sinistra a Napoli partendo da un’organizzazione seria».
A Napoli ad ottobre si vota. Quanta sinistra c’è per ora in campo?
«C’è solo un modo per non cadere nella trappola della destra: si deve mettere la sinistra tutta insieme senza interessi personali. Anche il Pd rischia di indebolirsi a causa delle fazioni interne che lo agitano. Il percorso ideale sarebbe quello di mettere insieme una forza di sinistra che possa battere le destre, l’obiettivo è quello di vincere non come partito ma come sinistra napoletana per cercare di coltivare e crescere gli ideali della vera sinistra di Berlinguer».
Di de Magistris che giudizio dà?
«E’ chiaro che nell’amministrazione attuale ci sono delle criticità ma dobbiamo riconoscere anche le cose positive e prendere il buono di quello che si è fatto fino ad ora».