Due nuovi potenti armi potrebbero presto aggiungersi alla lotto contro il Covid-19. La pillola orale della Pfizer e il cocktail di anticorpi monoclonali sperimentali casirivimab e imdevimab messo appunto da Roche
La pillola dalla potente attività antivirale
Pfizer avvia i primi test clinici, quelli di fase 1, su una pillola contro il Covid. Lo riportano i media americani, sottolineando che gli studi pre-clinici mostrano una “potente” attività antivirale contro il virus. I test sul farmaco per via orale, chiamato PF-07321332, sono condotti negli Stati Uniti.
Un cocktail di anticorpi riduce ricoveri e morti del 70%
Il cocktail di anticorpi monoclonali sperimentali casirivimab e imdevimab riduce il rischio di ricovero o morte del 70% rispetto al placebo in pazienti non ospedalizzati ad alto rischio con Covid-19. Lo afferma la compagnia Roche, che ha messo a punto la terapia, in un comunicato sui risultati dello studio di fase 3 sui farmaci.
Casirivimab e imdevimab, spiega la nota, hanno anche raggiunto tutti gli endpoint secondari chiave nello studio di fase III, inclusa la capacità di ridurre la durata dei sintomi da 14 a 10 giorni. Inoltre, uno studio complementare di fase II in pazienti non ospedalizzati sintomatici o asintomatici a basso rischio con COVID-19 ha mostrato riduzioni della carica virale significative e comparabili a dosi comprese tra 300 e 2.400 mg.
“I risultati di oggi mostrano l’importante beneficio medico che casirivimab e imdevimab possono fornire alle persone con COVID-19 riducendo significativamente il rischio di ospedalizzazione e morte – ha affermato Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product di Roche Sviluppo -.
Le nuove infezioni continuano ad aumentare a livello globale con oltre tre milioni di casi segnalati a partire dalla scorsa settimana, quindi questo cocktail di anticorpi sperimentali può offrire speranza come potenziale nuova terapia per i pazienti ad alto rischio, in particolare alla luce delle recenti prove che dimostrano che casirivimab e imdevimab insieme mantengono attività contro le principali varianti emergenti. Insieme al nostro partner Regeneron, siamo grati ai pazienti e agli sperimentatori che hanno partecipato agli studi clinici in corso e non vediamo l’ora di discutere il crescente corpo di evidenze con le autorità sanitarie e di portare il trattamento a quante più persone possibile”.