Godeva dell’aiuto di pubblici ufficiali Pasquale Amato, detto “‘o Palumbaro” (nato a Napoli il 19 settembre 1964) ritenuto dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Napoli a capo del “mercato nero” del dattero di mare a Napoli e in provincia. Amato figura tra le sei persone per le quali il gip Egle Pilla ieri ha disposto il carcere. I pubblici ufficiali che lo aiutavano, per i quali il giudice ha disposto il divieto di dimora nella Regione Campania, sono il caporal maggiore capo scelto dell’Esercito (Comando Divisione Acque delle Forze Armate) di stanza a San Giorgio a Cremano, e un militare della Guardia Costiera di Portici, con la qualifica di sommozzatore. Il primo avrebbe aiutato Amato a eludere i controlli dei finanzieri, il 19 maggio 2019, giorno in cui la Guardia di Finanza era alla ricerca dei “datteri di mare” precedentemente estratti e lasciati sul fondale, in un recipiente. Quando le fiamme gialle gli hanno chiesto aiuto per individuarli, visto che lui era lì per fare pesca sportiva, lui ha risposto che era impossibile. Poco dopo però contattò Amato per fargli sapere che l’aveva aiutato, mentendo alla GdF. Il militare della Guardia Costiera, invece, avrebbe avvertito più volte Amato circa le operazioni della Polizia Giudiziaria, a cui lui stesso partecipava come sommozzatore, riguardanti i campi di allevamento di mitili, abusivi, che Amato gestiva nelle acque del Porto di Napoli.
Unc e Legambiente Capri pronti a costituirsi parte civile
“Siamo pronti e disponibili a sostenere – dichiarano l’ avv. Teodorico Boniello per l’Unione Nazionale Consumatori Isola di Capri e Nabil Pulita rappresentante di Legambiente Capri – qualsiasi azione, compresa la costituzione di parte civile annunciata dall’amministrazione comunale, contro chi ha commesso gravi atti illeciti deturpando l’ ambiente e l’ ecosistema sottomarino. I faraglioni di Capri, così come la nostra costa, rappresentano un bene di valore inestimabile, conclude la nota. Bisogna combattere con ogni mezzo chi, per mere questioni economiche, è pronto a sventrare la roccia, mettendo in pericolo bellezze uniche e rare”. Così i rappresentanti delle due associazioni dopo il maxiblitz contro il mercato nero dei datteri di mare.