Torre del Greco. La decisione, alla luce del desolante andamento della discussione in aula, era stata annunciata già a «lavori in corso». Ora è stata formalizzata nero su bianco, con 11 firme in calce alla comunicazione inviata al capo dell’assise Gaetano Frulio e al vice-segretario generale Salvatore Visone: gli esponenti della «nuova maggioranza» guidata dal sindaco Giovanni Palomba rinunciano ai gettoni di presenza per la partecipazione al consiglio comunale monotematico sulle problematiche del settore rifiuti per evitare ulteriori spese alle casse dell’ente di largo Plebiscito. Conti alla mano – ogni gettone «pesa» circa 32 euro – un risparmio di circa 350 euro, destinato a scatenare ulteriori polemiche politiche all’ombra del Vesuvio.
Perché già al momento della «dichiarazione d’intenti» formulata in aula dalla pasionaria Carmela Pomposo – solitamente in cima alla classifica delle spese per i gettoni e i rimborsi riconosciuti ogni mese alla casta di palazzo Baronale – si erano levati i distinguo del caso dai banchi dell’opposizione. In particolare, era stato l’ex sindaco Valerio Ciavolino a sottolineare come la rinuncia fosse solo uno «spot» a uso e consumo della carovana del buongoverno: «Solo i non addetti ai lavori possono abboccare alla farsa della maggioranza – l’affondo dell’ex enfant prodige di Forza Italia -. Siamo al 27 marzo e grazie alla possibilità di cumulare i gettoni introdotta durante l’attuale mandato, i consiglieri comunali hanno già raggiunto il massimo delle presenze: la rinuncia non incide realmente sulle spese sostenute dal municipio».
Un’osservazione sicuramente valida per la pasionaria di palazzo Baronale e per gli stacanovisti del gettone, ma davanti a cui diversi consiglieri comunali hanno immediatamente ribattuto: «Sicuramente non sono tra i sempre presenti in municipio e rinuncio ugualmente al gettone – aveva replicato l’avvocato Luisa Liguoro -. Su certi temi, non bisognerebbe sparare nel mucchio». Un botta e risposta successivamente accompagnato da un video diffuso via social attraverso cui il primo cittadino evidenziava chi avesse rinunciato al gettone di presenza per la seduta-farsa del consiglio comunale e chi no, gettando ulteriore benzina sul fuoco dello scontro politico all’ombra del Vesuvio.
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