Ci sono le categorie con l’acqua alla gola dopo un anno di pandemia che scendono in piazza per manifestare civilmente la propria esasperazione e poi ci sono gli ‘infiltrati’, frange estremiste che cavalcano le proteste per farle degenerare in guerriglia urbana. E’ la cronaca di quanto accaduto oggi a Montecitorio. Il Viminale ha seguito gli eventi con la massima attenzione: l’indicazione, condivisa dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e dai vertici delle forze di polizia, è quella di consentire l’espressione del legittimo dissenso isolando e perseguendo chi invece ricorre alla violenza.
Nonostante le suggestioni, non ci sono paralleli possibili con l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio scorso ad opera dei sostenitori di Donald Trump. Anzi, è la lettura degli operatori della sicurezza, finora in Italia le tensioni causate dal Covid non hanno raggiunto i livelli toccati in altri Paesi. Ciononostante, al Viminale non si sottovalutano gli scontri di oggi e si farà di tutto per preservare la “tenuta sociale” del Paese, come più volte sottolineato dal ministro. I segnali che arrivano dalle piazze sono monitorati incessantemente anche dall’intelligence: in assenza di una riapertura delle attività e di una ripresa economica la situazione è destinata a peggiorare.
Le prime informative sui tafferugli di Montecitorio indicano che tra i manifestanti che hanno dato vita al sit in davanti alla Camera – ambulanti, ristoratori, commercianti – si sarebbero infiltrati esponenti di gruppi estremisti con l’obiettivo di strumentalizzare l’iniziativa e far salire la tensione. Un film già visto con l’ondata di proteste che nello scorso ottobre ha fatto salire la tensione in diverse città. Sono in tanti ad usare la crisi sanitaria per rilanciare proteste anti-sistema e fomentare disordini di piazza: un’accozzaglia trasversale che va dalla destra radicale (a Montecitorio oggi c’era anche Casapound) a realtà del movimento antagonista, dalla galassia anarchica alla criminalità comune. In questi ambienti 007 e forze dell’ordine hanno attivato la “massima attenzione informativa” per cogliere i segnali di pericolo.
Al momento non sembra esserci una regia unica delle violenze, ma gli investigatori hanno rilevato un ‘meccanismo’ ormai consolidato di inserimento nelle manifestazioni di protesta di vari gruppi con l’obiettivo di farle sfociare in un esito violento. In questi mesi sono proliferate sul web campagne di disinformazione e teorie cospirative – sul modello dell’americana Q-Anon – che usano la pandemia per propagandare istanze ribellistiche contro il Governo e la “la dittatura sanitaria”. Si tratta di messaggi che trovano terreno fertile in un Paese prostrato da un anno di emergenza Covid.
E vedono protagonista in particolare l’estrema destra che punta a guadagnare consensi tra le categorie sociali più in crisi e nelle periferie urbane e ha tentato di coinvolgere nelle mobilitazioni anche gruppi di protesta spontanei e realtà delle tifoserie ultras. In vista delle prossime manifestazioni la strategia di contenimento si dispiegherà innanzitutto a livello preventivo con il monitoraggio – anche sul web – degli ambienti estremisti per bloccare i ‘professionisti’ delle violenze; poi, in piazza, l’azione degli agenti dovrà essere improntata, come indica una circolare del capo della Polizia, “a criteri di proporzionalità in una prospettiva di bilanciamento tra il diritto di manifestare, l’esigenza di salvaguardia della salute collettiva e la necessità di contrastare con rigore atti di violenza”.