Ha trasformato Boccapianola in un piccolo regno. Riuscendo a ridare a una tradizione decennale che rischiava di finire nell’oblio un nuovo risalto. E’ stata la mamma del presepe vivente che negli ultimi anni è diventato l’appuntamento fisso del Natale poggiomarinese, è stata madrina di eventi tenuti nella location della Masseria alle porte della città vesuviana. E’ stata amica e consigliera di tanti degli attori che, grazie anche a Gomorra, hanno riscoperto questo territorio. Ecco perché la morte a 56 di Rosaria Marano è una ferita dolorosissima nel cuore di una comunità che aveva imparato a conoscerla e apprezzarla. Ma Rosaria è stata anche una convinta ambientalista, ha lottato per anni per chiedere maggiore degrado a quella parte di territorio spesso dimenticata dalle istituzioni e troppo spesso oggetto degli sversamenti selvaggi. Il Covid aveva spento i riflettori su Boccapianola, costringendo gli organizzatori ad annullare il presepe vivente. Ma come lei ripeteva sempre. “Presto torneremo”. E lo aveva fatto anche prima del ricovero in ospedale dopo essere risultata positiva al Covid. “Con questo virus non si scherza”, diceva sempre agli amici. Fino all’ultimo ha provato a dirlo, magari sensibilizzando chi aveva provato a prenderla un po’ alla leggere.
Purtroppo non c’è stato il tempo di riabbracciarla. Oggi i funerali nella chiesa di Sant’Antonio da Padova a Poggiomarino. Le diranno addio il marito Antonio Achille, i figli Raffaele, Domenico ed Emanuele. E i genitori, il padre Domenico e la madre Maria Grazia. Oltre alle sorelle Giulia, Immacolata, Giuseppina e Alfonsina.