Il virus disarmato utilizzato come navetta per trasportare il materiale genetico del virus e le tecniche di produzione della proteina S utilizzata nel vaccino: sono questi i due fronti delle indagini sulle possibili cause delle trombosi cerebrali gravi finora osservate in persone che avevano fatto il vaccino anti Covid, come emerge dall’analisi fatta anche da due articoli pubblicati sul New England Journal of Medicine. “Stanno uscendo molti lavori che ipotizzano diversi meccanismi che potrebbero spiegare gli eventi trombotici molto rari segnalati in persone che avevano fatto la vaccinazione anti Covid-19”, osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca.
“Comprendere il meccanismo alla base di questi eventi rari – aggiunge – è importante per capire in quale direzione andare nell’acquisto dei vaccini”. La prima ipotesi riguarda l’adenovirus, ossia il virus reso inoffensivo utilizzato nel vaccino AstraZeneca e in altri vaccini come navette per portare nelle cellule frammenti del materiale genetico del virus SarsCoV2; questi ultimi stimoleranno le cellule a produrre anticorpi. Utilizzano navette simili anche i vaccini Johnson&Johnson, Sputnik, Reithera e Cansino. Ci si domanda in particolare se giochi un ruolo la sequenza genetica chiamata SP (ossia peptide segnale) utilizzata per far esprimere meglio il materiale genetico del virus SarsCoV2 e stimolare così una maggiore risposta immunitaria. E’ una sequenza molto simile alla proteina tPA (attivatore tissutale del plasminogeno), ma i dati recenti stanno portando in secondo piano questa ipotesi.
Molti si stanno concentrando su una seconda strada, indicata da due articoli del New England Journal of Medicine relativi a 11 casi di persone vaccinate in Germania e Austria e a 5 casi in Norvegia, tutti con un’alta presenza di anticorpi contro un complesso eparina e fattore piastrinico 4 (PF4) una proteina che in condizioni normali si lega all’eparina, fluidificando il sangue. “Tutti e 16 i casi descritti – rileva Broccolo – hanno un quadro clinico i cui sintomi somigliano alla condizione chiamata trombocitopenia indotta dall’eparina (HIT), nella quale anziché fluidificare il sangue, l’eparina causa coaguli, sebbene nessuno di questi pazienti fosse stato trattato con eparina. Quindi si va sempre più delineando la pista della trombocitopenia trombotica immunitaria indotta dal vaccino (Vitt) nella quale si rilevano gli anticorpi anti PF4/eparina come nella HIT”. L’ipotesi riguarda le modalità di produzione della proteina Spike (S), l’arpione molecolare con cui il virus cattura le cellule. La differente espressione e frammentazione della proteina S, che potrebbero somigliare al fattore PF4. Di conseguenza il problema riguarderebbe sia i vaccini che utilizzano il virus-navetta, come AstraZeneca, sia i vaccini a RNA messaggero (mRna) come Pfizer. “Il problema – nota Broccolo – potrebbe interessare tutti i vaccini in cui la proteina S non viene stabilizzata pre-fusione e che possono presentare la proteina S in diverse conformazioni o frammenti”.