Torre Annunziata. È stato ammazzato sotto gli occhi della figlia, barbaramente aggredito da cinque bestie pronte a brandire un cric e un coltello contro un uomo di 61 anni.
A 12 ore dall’omicidio shock in via IV Novembre emergono raccapriccianti retroscena sull’agguato costato la vita a Maurizio Cerrato: secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine – impegnate a rintracciare gli assassini, al momento in fuga – tutto sarebbe iniziato qualche ora prima, quando ignoti hanno squarciato le ruote dell’auto della figlia di Maurizio Cerrato accusata di avere parcheggiato in un posto «riservato» occupato con una sedia.
Il sessantunenne era arrivato sul posto per aiutare la figlia di 21 anni a cambiare la ruota e sarebbe stato prima accerchiato e poi brutalmente colpito con un cric e successivamente pugnalato al petto. La vittima è stata poi gettata sul cofano dell’auto.
Ma al pronto soccorso Maurizio Cerrato è arrivato già cadavere, morto tra le braccia della figlia. Una fine assurda in una città maledetta, dove un branco di belve può ammazzare per un parcheggio.
A intervenire sull’episodio è la stessa figlia dell’uomo Maria Adriana Cerrato con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook: «Ci tengo a precisare che non è corretto dire che mio padre è morto in una lite – scrive la ventunenne. A mio padre è stato fatto un agguato in piena regola, solo per difendere me, che ero la luce dei suoi occhi. Mio padre è stato pugnalato e con questa gente non aveva mai avuto a che fare».
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