Serrande alzate per tutte le attività, senza alcun limite di sorta e nessun coprifuoco. E spostamenti liberi tra le regioni di qualunque colore. Il Movimento Io Apro, già protagonista delle proteste di piazza, lancia la sfida al governo. E invita i propri iscritti e aderenti , ma lo sguardo è rivolto a circa 110mila attività , a ribellarsi, a partire da domani, senza atti di forza con la polizia, ma ricorrendo alla “disobbedienza civile”. E dunque a non applicare le nuove regole dettate dall’esecutivo Draghi, ma il decreto riaperture varato dal proprio “governo ombra” : un sostanziale via libera a tutte le attività, dalla ristorazione alle attività sportive, agli spettacoli sino ai centri termali e ai parchi giochi, in nome dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. Intanto sempre domani in 13 città capoluoghi di regione ci saranno flashmob delle imprese e dei liberi professionisti del settore Matrimoni ed eventi per protestare contro la mancata indicazione della data di ripartenza per le feste. In 10 paginette su sfondo blu e il logo dello Stivale nazionale che campeggia sul tricolore, sono riassunte le norme di chi non ci sta. Si parte dai “comportamenti sempre validi”. Il primo “comandamento” è aprire tutte le attività “come se fosse il 2019 e non chiudere più” e “imparare a conoscere i propri diritti per poterli esercitare”. Regola numero due “attuare la disobbedienza civile nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e della Costituzione”, e farlo anche con le forze di polizia, che “eseguono ordini” , in una forma “gentile”, ricordando loro “l ‘articolo 28 della Costituzione”, quello che sancisce che “i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti”. Alle libertà sancite dalla Costituzione i ribelli si appellano per dire “no” ai divieti che permangono: “Dal 26 aprile puoi spostarti liberamente da una regione all’altra perchè gli articoli 16 e 120 te lo consentono”, assicurano senza tentennamenti. Una zattera di salvataggio, la Carta fondamentale, che rende inutile anche il pass vaccinale: “non vi è la necessità” di portarlo con sè “per muoversi sul territorio nazionale, come sancisce la Costituzione negli articoli 13, 16 e 120”. Il resto delle regole è un “libera tutti” per ogni attività. Dal 26 aprile “i ristoranti saranno aperti a pranzo e cena anche al chiuso”. Porte aperte al pubblico per “cinema, teatri, sale concerto ,live club senza alcun tipo di limitazione”, così come per “le manifestazioni e gli eventi sportivi di tutte le tipologie”. Consentito anche “lo svolgimento all’aperto e al chiuso di qualsiasi attività sportiva anche di contatto”, assieme alla riapertura di piscine e palestre, “anche al chiuso”. E ancora: ripartono fiere e congressi, “sono consentite le attività nei centri termali e possono riaprire i parchi tematici e di divertimento”. Non resta che attendere domani per capire quanti aderiranno alla protesta-provocazione di un movimento che assicura di non avere nessuna connotazione politica.
CRONACA
25 aprile 2021
I ribelli del coprifuoco, ‘apriremo a modo nostro’. Il movimento “Io Apro” sfida il governo