Il turismo si prepara alla ripartenza estiva ma restano ancora dei nodi di sciogliere (dal pass vaccinale alla quarantena, dal coprifuoco ai trasporti) e soprattutto l’Italia deve guardarsi dalla concorrenza agguerrita di Spagna e Grecia. Inoltre mentre gli alberghi delle località balneari cominciano a vedere fioccare le prenotazioni, resta ancora aperta e dolorosa la crisi di quelli delle città d’arte. Lo spiega il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: “Va bene ed è meglio di prima che gli italiani si possano muovere da una regione all’altra. Avere la maggior parte delle regioni in giallo e potere andare da una all’altra ci consente di immaginare una ripartenza. Almeno per il turismo interno, ma non è affatto così per quello straniero. Purtroppo continuiamo ad avere quei 5 giorni di quarantena sui turisti europei e quei 15 sugli americani che ovviamente per alcune destinazioni, come ad esempio le città d’arte, mette completamente in ginocchio”. Gli alberghi delle città d’arte sono chiusi con previsioni di aperture a maggio, racconta il presidente degli albergatori, ma con prenotazioni zero, partiamo almeno da settembre. “Firenze e Roma – sottolinea – vivono quasi solo di turismo internazionale e questo non è possibile.
Non riesco a capire come la Grecia dal 14 maggio consenta l’ingresso di stranieri in possesso di vaccino o di tampone negativo e l’Italia per questo non ha ancora dato una data. Un francese sicuramente non viene a Roma, se sa che deve fare 5 giorni di quarantena…”. Per Bocca bisognerebbe prendere esempio dagli stranieri e specialmente dai diretti competitor dell’Italia: “Come Grecia e Spagna difendono il settore turismo che è importantissimo per il pil, la stessa cosa dovremmo fare noi. Alla Germania questo non interessa perché non vivono di turismo, il loro asset principale è il settore manifatturiero e infatti lo hanno difeso e non lo hanno mai chiuso. Noi invece – aggiunge Bocca – stiamo sacrificando il nostro settore economico migliore ai nostri due competitor che sono Grecia e Spagna. Vedevo i giorni scorsi la finale del tennis a Barcellona dove lo stadio era pieno, a Madrid è tutto aperto. E noi stiamo ancora a discutere ristoranti al chiuso o all’aperto”. “Gli alberghi comunque – secondo Federalberghi – sono tranquilli e sicuri con protocolli studiati che ci hanno permesso di passare il 2020 in tranquillità. I problemi non sono negli alberghi, sono nei mezzi pubblici”.
Anche Federbalneari, che registra un boom delle prenotazioni negli alberghi di mare, chiede al ministro Massimo Garavaglia di accelerare l’iter per il green pass vaccinale che consentirà gli spostamenti tra Paesi dell’Unione Europea e che potrà salvare l’estate degli stranieri in vacanza in Italia, un settore che vale 11,2 miliardi per il sistema turistico nazionale. “Il Green pass – dice il presidente Mauro Maurelli – ci consentirà di essere competitivi a livello europeo, soprattutto nei confronti di questi paesi che si stanno già muovendo in questa direzione: in primis la Grecia, vera e propria promotrice dell’iniziativa, ma anche come Spagna, Croazia, Austria, Polonia, Danimarca, Estonia e Finlandia”. Sul coprifuoco era intervenuto qualche giorno fa il presidente di Confturismo Confcommercio Luca Patanè: “La gente non va in vacanza per fare il coprifuoco.
Ma basta! L’anno scorso a maggio stavamo nei ristoranti anche al chiuso. Dobbiamo ricordarcele queste cose. Bisogna spingere per le riaperture, così fanno morire sempre più lentamente, ma inesorabilmente le aziende”. Mentre su quanto le imprese vadano sostenute dopo l’annus horribilis appena trascorso aveva parlato Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti: “Bisogna agire subito, in maniera forte: serve credito immediato, moratoria dei mutui e finanziamenti esistenti ed il blocco, almeno per un anno, delle istanze di fallimento”.