La cultura è l’intelligenza del presente sorretta dalla conoscenza del passato.La coltivazione dell’olivo, in Campania, ha radici millenarie e la sua storia si intreccia in maniera inscindibile con quella del territorio. Una simbiosi che va al di là di un semplice aspetto agronomico, ma che diventa cultura di vita.Narra la mitologia classica che un giorno Poseidone, dio del mare, ed Athena, dea della guerra, in disputa tra loro, decisero di affidare a Zeus la scelta su quale fosse il dono più utile da fare all’uomo.Poseidone donò il cavallo, Athena una piantina di olivo: Zeus attribuì la vittoria ad Athena.
L’olivo era il dono migliore. Dal quarto millennio avanti Cristo, da quando si diffuse da un luogo imprecisato dell’Oriente, l’olivo è divenuto parte integrante della storia delle più grandi civiltà del Mediterraneo.
Il tempio di Athena a Punta Campanella, fondato sicuramente dai primi coloni greci che si stabilirono sul promontorio verso la fine dell’età micenea, ne rappresenta la datazione storica certa più antica.Il culto di Athena di Punta della Campanella è un orizzonte che “integra terra e acqua, litorale e mare aperto in rapporto alle esigenze ideali della navigazione”. Il culto può legittimamente considerarsi rivolto al patrocinio dell’accesso marittimo del Golfo sin dall’età arcaica, mediante l’accensione prima di fuochi e poi del faro alimentato a olio.
La raffigurazione delle Baccanti presso il Teatro grande di Pompei che attraverso l’olio (unguento profumato per il massaggio del corpo), il vino, la droga, la danza, la musica, il sesso e la morte, intesa come “la liberazione dal dolore”, vengono a significare una finestra sull’irrazionale, sulla frenesia del corpo e l’estasi dell’anima, su un mondo antico dove la libertà espressiva è la norma, sulla possessione dionisiaca, devastante e creativa.
L’Antico come liberazione dei sensi, ove le donne, protagoniste dei rituali, vengono animate e dirette da Dioniso, in uno stato di trance, quasi fossero preda di un sonno perenne, dove l’ebbrezza porta sensualità, stordimento, morte, dove il dio, anche demone, le guida, in una danza sfrenata ed inquietante, fatta di lamenti, sospiri, e di sottintesa terribile, inebriante violenza.
L’olio usato come cosmetico, medicamento, combustibile per l’illuminazione, offerta votiva, condimento…, l’olio di oliva ha attraversato la storia dell’uomo, fino ai nostri giorni quando la scoperta dei benefici della dieta mediterranea ne ha definitivamente consacrato il valore: è infatti proprio in Campania, che il nutrizionista americano Ancel Keys effettuò gli studi che hanno reso noti in tutto il mondo i vantaggi salutistici di una dieta basata sull’olio extravergine di oliva.Ogni anno a partire dal 2002, a Sorrento confluisce il meglio della produzione nazionale e si incoronano gli oli migliori, quelli che commissioni composte dai più rinomati assaggiatori italiani valutano perfetti al naso e al palato; si vuole infatti porre all’attenzione dei consumatori gli oli a DOP e IGP (denominazione di origine protetta), che sono i soli a garantire, a seguito dei rigorosi controlli cui sono sottoposti, la provenienza, la genuinità, la tipicità, l’elevata qualità fisico-chimica ed organolettica e soprattutto salutistica dell’olio.
Antonino Fattorusso